Giacomo Moscati (1929-2021)
“Avresti dovuto vedere l’espressione di incredula felicità sui volti della gente: che spettacolo quando la sinagoga è stata riaperta al pubblico e le preghiere di ringraziamento si sono levate nel cielo. Sono stato persino invitato a dare una berachà. Molta gente si fermava e mi ringraziava. Se il Signore mi proteggerà in futuro come ha fatto in passato avrò abbastanza di cui essergli grato”.
Molti anni dopo, Charles Aaron Golub avrebbe ricordato con queste parole il giorno più emozionante della sua vita: la riapertura del Tempio Maggiore, il 5 giugno del 1944, nella Roma appena liberata. Fu proprio questo soldato americano a far saltare i sigilli posti dai nazisti, permettendo il ritorno della vita e della speranza. Una giornata indimenticabile che ebbe tra i protagonisti anche Giacomo Moscati, giovane figlio dello shammash del Tempio. “Il primo gesto di mio padre fu ripulire e riaccendere la lampada che era ed è ancora davanti ai rotoli della Torah. Poi tutti assieme ripulimmo la sinagoga” avrebbe raccontato in una intervista nel 70esimo anniversario dalla riapertura.
Scomparso nelle scorse ore, Moscati è stato pilastro e memoria storica della Roma ebraica. Una figura molto amata, determinata e presente.
Sia il suo ricordo di benedizione.
(13 aprile 2021)