Rossana Caffaz Melichi (1942-2021)
È mancata in questi giorni Rossana Caffaz in Melichi, fiorentina di origine, residente da molti anni in Israele.
È stata, tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60, tra le fondatrici del movimento Bne’ Akiva in Italia, sotto la guida dello shaliach Aharon Cohen.
Con la promozione e l’organizzazione dei primi campeggi estivi, dei raduni e dei congressi nazionali, fu in quegli anni il fulcro vitale di un ricco tessuto di amicizie, rapporti e discorsi che, allargatosi negli anni, è rimasto fino ad oggi non solo uno dei capisaldi della alyah italiana in Israele, ma soprattutto l’humus vitale sul quale sono germogliati e si sono sviluppati gli episodi più salienti della realtà attuale dell’ebraismo italiano.
Dopo una prima esperienza di un anno in Israele a 16 anni, era tornata in Italia per conseguire la maturità, lavorando contemporaneamente per il Bne’ Akiva a fianco dello shaliach David Rotshild, e finalmente realizzare la sua aliyah nel 1963.
Completato il periodo di studi per il diploma di insegnamento a Gerusalemme, si sposò subito dopo la Guerra dei 6 giorni con Shalom Melichi, e con lui inizià la sua attività di insegnamento in diversi istituti della Alyat Hanoar, nel nord e nel centro del paese, per poi stabilirsi definitivamente a Gheulè Teiman, moshav yemenita vicino a Hadera.
Il suo impegno costante per lo sviluppo del Bne’ Akiva tornò a concretizzarsi di nuovo nei primi anni ’70, quando la giovane famiglia di Rossana e Shalom, con i primi tre figli, fu inviata in shlichut a Roma, contribuendo per tre anni al rafforzamento del movimento, e alla formazione di una nuova generazione di giovani consapevoli dei valori e dell’impegno impliciti nella loro identità ebraica.
Nonostante il peso quotidiano della numerosa famiglia, accanto al lavoro di insegnamento, continuò a studiare alla Universita di Gerusalemme fino a conseguire la laurea, rimanendo fino all’ultimo uno stabile punto di riferimento per diverse iniziative di incontri e raduni della larga famiglia dei Bne’ Akiva di origine italiana in Israele.
“Con tutto ciò – ricorda la famiglia – non sarebbe vero definire la vita di Rossana come un luminoso episodio di ideale realizzato; sempre schiva da affermazioni retoriche, non ha mai mancato di esprimere la sua profonda delusione e critica tagliente per non pochi dei fenomeni che offuscano la realtà odierna, a livello personale, sociale ed anche nazionale. Per tutti noi che l’abbiamo conosciuta e amata, sia il suo ricordo indirizzo per una via di attività, onestà, sincerità senza riserve. E amore semplice per ogni prossimo”.
(13 aprile 2021)