Il francobollo per Settimia Spizzichino
“Il suo impegno civico un esempio”

Grande appassionata di filatelia, Settimia Spizzichino aveva con le Poste un rapporto speciale: per quasi 30 anni ne è stata una dipendente, addetta alle macchine perforatrici.
Indimenticabile voce di Memoria, unica donna a fare ritorno tra quante furono catturate nel rastrellamento del 16 ottobre, nasceva il 15 aprile del 1921 a Roma. Per poi nascere “una seconda volta”, ricordava, il giorno del suo 24esimo compleanno. Quando cioè gli inglesi arrivarono a liberarla, ponendo fine a un incubo che aveva preso i nomi di Auschwitz-Birkenau, dove fu anche vittima di esperimenti, e poi di Bergen-Belsen.
“Io della mia vita voglio ricordare tutto, anche quella terribile esperienza che si chiama Auschwitz. Per questo, credo, sono tornata: per raccontare”, rispondeva a chi le chiedeva del suo passato in campo di sterminio. Un faro di coraggio, determinazione e impegno civico che risalta anche nello speciale omaggio realizzato dal Ministero dello sviluppo economico in questa simbolica giornata: l’emissione di un francobollo celebrativo.
L’annullo, svoltosi nei locali del Centro Bibliografico UCEI, nasce da una richiesta dell’Unione. A ripercorrerne le motivazioni la Presidente Noemi Di Segni, che ha ricordato l’alto valore del percorso compiuto da Settimia nell’incontro con le nuove generazioni. Una interazione caratterizzata dalla consapevolezza, propria dei Testimoni della Shoah, che dall’altra parte ci sarà qualcuno “a raccogliere l’esempio”, che ci sarà vita “anche dopo di noi”.
Una figura esemplare anche per il viceministro Gilberto Pichetto Fratin, che ha parlato del francobollo come “di un piccolo vaccino che noi immettiamo in 300mila dosi affinché possa rimanere a monito, a memoria di tutti”. Per Antonio Palma, presidente dell’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato, un’azione di Memoria “che ci ricorda quanto è avvenuto” e ciò che è “moralmente da censurare”. Gravissime in questo senso, ha poi affermato Palma, “le complicità della collettività italiana”.
Un tema esplorato in una ricostruzione di Amedeo Osti Guerrazzi relativa ai fatti del 16 ottobre. È errore comune, ha fatto notare lo studioso della Fondazione Museo della Shoah, limitare il raid nell’area dell’ex Ghetto. Il rastrellamento si svolse invece in tutta la città. E così tutti “videro”, tutti “furono a conoscenza”. Molti i silenzi a pesare nel bilancio di quel giorno. Quello delle “autorità politiche, morali e religiose”. Tacque il Vaticano, ha ricordato lo storico, ma tacquero anche “tanti normali cittadini”.
Enrico Menegazzo, responsabile commerciale di Poste Italiane, nel dare il via all’annullo ha definito il francobollo “una pietra d’inciampo cartacea, che può veicolare una storia che non va dimenticata”.
A concludere la cerimonia, condotta dal direttore della redazione giornalistica UCEI Guido Vitale, una testimonianza di Carla Di Veroli, nipote della Testimone romana. Nelle sue parole la gratitudine per aver portato a compimento questo risultato ma anche l’impegno a proseguire con forza nella strada di valori e principi indicata, con grande forza d’animo, da Settimia.
Tra i presenti il segretario generale UCEI Uriel Perugia.

È possibile rivedere la cerimonia sul canale Facebook e sulla webtv UCEI

(15 aprile 2021)