La plasticità del cervello

Nella diagnostica psicologia e pedagogica di strada molta. Grazie al contributo delle ricerche sulla plasticità del cervello e sulla possibilità di valorizzare percorsi individualizzati di apprendimento, situazioni che un tempo erano considerate immutabili e disperate, non appaiono più tali. Dietro l’apparente oggettività di certe diagnosi psico pedagogiche di un tempo, che in forme più sofisticate non hanno cessato di esercitare le loro conseguenze negative, c’era un pregiudizio culturale e scientifico di base che aveva come sfondo l’incapacità di guardare ai processi di mediazione in quanto processi dinamici, in cui le capacità del momento sono da considerarsi un punto di partenza per esplorare i percorsi possibili per aiutare a colmare le lacune di partenza. In questa prospettiva i test devono servire non a confermare i pregiudizi di chi li somministra, ma ad aiutare il ragazzo a colmare le lacune di partenza. Siano esse ascrivibili alla presenza di uno svantaggio naturale, siano esse dovute a situazioni di origine storica o culturale.

David Meghnagi, psicoanalista

(14 aprile 2021)