Spuntino – Oltre le apparenze

Nella parashà di Tazriy’a Aronne e i suoi figli Cohanim ricevono l’incarico di esaminare alcuni segni visibili per decidere se una persona è impura. C’è scritto (Lev. 13:3) “il Cohen vedrà la piaga … e lo vedrà il Cohen e lo reputerà impuro.” Come mai “vedrà” compare due volte nello stesso versetto? Una possibile risposta è che il giudizio del sacerdote non può basarsi solo sui segni visibili, quelli che appaiono ad occhio nudo. Richiede un’analisi più approfondita, che tenga conto anche della persona, della sua situazione emotiva e del contesto. Per esempio, alla vigilia di una celebrazione, un verdetto sull’impurità può essere rimandato per non guastare la festa con la quarantena (!). Naturalmente lo stesso principio vale anche in altre circostanze laddove sia richiesto un giudizio normativo. Un giorno un ebreo indigente si rivolse a rav Chayim Soloveitchik (di Brisk) ponendogli il seguente quesito: “al seder di Pesach si esce d’obbligo bevendo quattro bicchieri di latte?” Evidentemente quella era la bevanda migliore che il buon ebreo aveva a disposizione. Il rav disse sottovoce alla moglie di consegnare al visitatore venticinque rubli per permettergli di comprare ciò che gli mancava per celebrare la festa come D-o comanda, e lo congedò. Quando rimasero da soli, la donna chiese al rav: “come mai hai deciso di dargli quella somma spropositata, visto che una bottiglia di vino costa solo due o tre rubli?” Il rav le rispose che, dalla domanda postagli, aveva dedotto che quel signore non poteva permettersi un pasto a base di carne — elemento base di ogni cena festiva che si rispetti — che, secondo l’Halakhà, non può essere consumata insieme al latte. Quindi il rav aveva ritenuto doveroso di metterlo in condizione di acquistare tutto il necessario per organizzare un convivio dignitoso. In sintesi, una guida spirituale non può giudicare solamente in base a ciò che vede coi suoi occhi e sente con le sue orecchie. Deve andare oltre la superficialità e le apparenze, cercando anche le motivazioni interiori che determinano il comportamento delle persone. Questo stesso criterio vale ed è applicabile a ciascuno di noi nelle nostre interazioni con il prossimo.

Raphael Barki

(15 aprile 2021)