La Coverciano dell’Italvolley
nel segno di Arpad Weisz

Uno dei più grandi allenatori della storia del calcio, deportato e ucciso ad Auschwitz in quanto ebreo. L’eroico movimento studentesco cristiano che in Germania costituì una spina nel fianco del nazismo e i cui leader furono brutalmente uccisi dal regime nel febbraio del ’43.
Due memorie che l’istituto La Rosa Bianca-Weisse Rose di Cavalese, in Val di Fiemme, ha scelto di far vivere insieme. Porta infatti il nome di Arpad Weisz, tre scudetti tra Inter e Bologna negli Anni Trenta del secolo scorso, il palazzetto dello sport inaugurato nel gennaio del 2017 alla presenza di autorità cittadine, rappresentanti del mondo ebraico, del Bologna calcio e delle associazioni di amicizia tra Italia e Israele.
Una scelta tra valori dello sport e valori della vita che ha trovato, in queste ore, un nuovo elemento di forza: lo svelamento di una grande scritta in onore del tecnico magiaro, nato a Solt nel 1896 e annientato in campo di sterminio nel gennaio del 1944.
Una storia a lungo dimenticata, persino dai tifosi delle squadre che aveva fatto grandi (oltre a Inter e Bologna, Weisz aveva allenato con profitto Alessandria, Bari e Novara). Fin quando cioè un giornalista, Matteo Marani, l’aveva riscoperta nel suo libro del 2007 Dallo scudetto ad Auschwitz.
“Con la scritta aggiungiamo l’ultimo e più importante tassello alla nostra iniziativa” sottolinea Michele Malfer, docente di religione e vicepreside dell’istituto, che è stato tra i protagonisti di questo percorso assieme all’allora dirigente scolastico Lorenzo Biasiori, al suo successore Marco Felicetti e al docente di storia Emilio Poli. Il nome di Weisz va a incastonarsi in una delle strutture d’eccellenza del territorio. “Il nostro palazzetto è un po’ la Coverciano della pallavolo italiana, il punto di riferimento delle varie squadre nazionali. Non una cosa usuale per una realtà scolastica”, spiega Malfer. In settimana è previsto l’arrivo della compagine femminile, tra le più forti al mondo.
Il primo raduno con questa significativa e simbolica novità.

(18 aprile 2021)