Controvento
A lezione di ebraico

È tutto cominciato con un CD sullo Shabbat, realizzato da una ragazza sudafricana, Nicky Newfield, dieci anni fa. Ne fu folgorata Chana Kanzen, insegnante elementare in una scuola ebraica a Londra, frustrata dai metodi di apprendimento dell’ebraico, antiquati e carenti di informazioni non didascaliche sulla vita ebraica e la storia di Israele.
Insieme le due giovani donne decisero di fondare una charity con l’obiettivo di dar vita a una piattaforma innovativa, Jewish Interactive dedicata all’insegnamento della lingua e delle basi della tradizione e della religione ebraica in modo divertente, stimolante, interattivo. Poi è arrivato il Covid con la didattica a distanza, e il sito è letteralmente esploso, raddoppiando in un anno i visitatori (da 220.00 a a 485.000 in 106 Paesi) e il numero delle sessioni on line (da 350.0000 a 760.000). Mezzo milione di bambini nel mondo hanno avuto accesso alla piattaforma.
Armata di expertise tecnologica e didattica, Chana, che ha preso le redini di JI nel 2016, ha messo insieme un gruppo di giovani creativi (le animazioni sono deliziose) e, ispirandosi alle esperienze più all’avanguardia nelle app e nei giochi on-line, ha creato un sito interattivo, open source (nel senso che tutti possono contribuire) e personalizzabile, rivolto alle scuole, agli insegnanti, alle comunità ebraiche ma anche alle famiglie che desiderano implementare l’istruzione ebraica dei loro bambini – il target è la generazione fra i 3 e i 13 anni, ma ci sono anche molti adulti che utilizzano la piattaforma per imparare l’ebraico divertendosi – tra cui la sottoscritta. Gli utenti non solo gli ebrei della diaspora: in Israele il sito è seguitissimo, anche dalle famiglie arabe. I bambini arabi israeliani infatti iniziano l’apprendimento dell’ebraico a scuola a sette anni, come seconda lingua, ma molti genitori desirano che comincino prima, per potersi meglio inserire nel Paese in cui vivono.
Chana Kanzen è anche una brillante imprenditrice, che ha saputo trovare l’equilibrio economico attraverso gli abbonamenti (una parte delle lezioni sono gratuite, altri a pagamento) e il sostegno di istituzioni ebraiche in tutto il mondo, tanto che il suo sito è stato tradotto in una decina di lingue e ha recentemente ricevuto un grant di 2.5milioni di dollari per rinnovare la piattaforma digitale. “Constato purtroppo quotidianamente, vivendo in Inghilterra, l’ignoranza dei bambini ebrei nei confronti della loro eredità culturale. Moltissimi bambini di matrimoni misti, o di genitori laici che non vivono in Israele non hanno la possibilità di studiare la nostra lingue e la nostra cultura” spiega Chana. “Quando lo devono fare, per esempio per preparare il bar-mitzvah, lo vivono come un obbligo noioso e poco stimolante. E ci sono moltissimi genitori che hanno scarsa conoscenza del significato delle feste e della vita ebraica, e non riescono quindi a trasmettere il nostro patrimonio culturale e religioso. Noi non siamo un sito “missionario”, non facciamo proselitismo e anzi, consentiamo a genitori e insegnanti di personalizzare, secondo la loro visione, le informazioni che forniamo attraverso i giochi. La mia missione, la responsabilità che mi sono assunta, è di formare giovani che siano orgogliosi delle loro radici, della loro storia, e che conoscano i rudimenti della lingua. È anche un modo per “immunizzarli” contro l’antisemitismo”. Per questo, oltre all’attività di insegnamento, il sito offre anche training per gli insegnanti e gli educatori nella didattica a distanza e nell’uso creativo delle nuove tecnologie.

Viviana Kasam