Verso Shabbat, tra caos e gioia:
la foto di Elia in mostra a Tel Aviv

Nel maggio dello scorso anno l’allora 13enne Elia Catalucci era stato protagonista di una delle storie più emozionanti di un’Italia ebraica che provava a riaffacciarsi a una parvenza di normalità dopo i due mesi di lockdown. Suo uno dei primi Bar Mitzvah, la cerimonia che a 13 anni segna l’ingresso nella maggiore età religiosa, a svolgersi in presenza. Mascherine, distanziamento sociale e una serie di particolari accorgimenti che non avevano minato lo spirito di una giornata fondamentale nella vita di ogni giovane ebreo. Una festa per la sua famiglia e per tutta la Comunità di Firenze.
Tra pochi mesi Elia, che vive a Pistoia, si iscriverà al Liceo Scienze Umane. Suona il violino, fa atletica leggera, frequenta il Tempio e il Talmud Torà fiorentino. Ma soprattutto sembra avere un precoce talento da fotografo. Per il secondo anno consecutivo ha infatti vinto il concorso “The Jewish Lens” promosso dall’ANU-Museum of the Jewish People di Tel Aviv.
Nel 2020 la giuria aveva mostrato di apprezzare “Vaerà”, una foto d’intimità familiare dedicata allo studio dell’omonima Parashah (la porzione di Torah che si legge al Sabato). Tra gli scatti selezionati quest’anno c’è invece Shabbes, che ritrae la madre Sara Valentina, insieme a quattro dei suoi cinque fratelli (uno dei quali, in quel momento, ancora nella pancia), tutti intenti ai preparativi in vista del giorno di riposo.
Dice Elia, che compirà 14 anni il prossimo 24 maggio: “La preparazione dello Shabbat è sempre un momento di grande impegno, confusione e felicità. Lo chiamo Shabbes perché le nostre origini sono ashkenazite”.
La foto sarà prossimamente esposta all’interno del prestigioso museo, che racconta la storia del popolo ebraico in tutte le sue ramificazioni.

(19 aprile 2021)