Il gesto di Napolitano

L’ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha deciso di devolvere al MEIS quanto attribuitogli da una sentenza in una nota causa. L’acronimo MEIS sta per Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah. Se l’ex Capo dello Stato attribuisce al MEIS una posizione notevole nella Sua scala di valori, non basta un ringraziamento formale, quasi che fossimo tutti perfetti, ma sarebbe doveroso rispettare la sua valutazione. Come ogni politico (prima di essere Presidente di tutti gli italiani) era ed è più che legittimo esprimere una posizione nei suoi confronti. Tuttavia, non vi è dubbio che anche il suo più acerrimo avversario converrà e convergerà nel giudizio sulla serietà, sulla probità, così come sulla preparazione e sull’intelligenza dell’Uomo. Ricordo ancora quando in Parlamento – correva l’anno 1994 – Giuliano Ferrara chiese a Silvio Berlusconi di andare a stringergli la mano. Tutto questo per dire che è una delle più belle figure che abbia mai espresso la Repubblica e non è un caso che riscuota e meriti il rispetto di tutti.
Il pensiero di Napolitano su di noi rientra nell’alveo della sua inarrivabile chiarezza, della quale siamo beneficiari: “ciò che mi pare più che mai attuale è l’accento che ho posto sulla necessità di una battaglia ininterrotta e conseguente contro l’antisemitismo in qualsiasi sua veste e forma. E ho in particolare sempre inteso come non separabile da quella aberrazione storica anche l’ideologia dell’antisionismo, vero e proprio travestimento dell’antisemitismo, al cui rifiuto si rende formale ossequio, ma che in realtà si esprime negando le ragioni storiche della nascita stessa dello Stato di Israele, e quindi della sua vita indipendente e della sua sicurezza. Purtroppo anche la recente risoluzione dell’Unesco si è iscritta in quella mistificazione. Altro elemento decisivo ho considerato e considero il partire da qualsivoglia critica della concreta e discutibile politica del governo d’Israele per colpire valori, preziosi per l’occidente democratico, da non confondere mai con polemiche contingenti e fuorvianti. Non a caso le espressioni più mature del mondo palestinese, e l’Europa, si sono riconosciute in una prospettiva di pace definita “due Stati, due popoli”: la sola che drasticamente esclude qualunque messa in questione della realtà storica, culturale e politica dello Stato d’Israele”.
Il gesto di grandissimo valore anche simbolico, del Presidente emerito On.le Giorgio Napolitano comporta l’obbligo morale di ricordare quale sia il Suo pensiero in materia di antisemitismo, di antisionismo quale “vero e proprio travestimento dell’antisemitismo” e di Pace fra Israele e Palestina con la formula “due Stati, due Popoli”. Non è facile trovare le parole giuste per esprimere la nostra profonda gratitudine per la sua notevole sensibilità, se non augurarci che serva d’esempio anche a noi.

Emanuele Calò, giurista