Accuse, difese, maldicenza

Non intendo occuparmi del caso specifico, di cui so poco o nulla, e di cui comunque si possono occupare legittimamente solo i giudici. Ma che otto giorni di ritardo siano troppi per denunciare una violenza sessuale è una cosa che davvero non si può sentire; è molto inquietante che sia stata detta da un personaggio politico di rilievo – anche se è noto che alcuni genitori quando si tratta di difendere i propri figli sragionano (noi insegnanti ne sappiamo qualcosa) – ed è ancora più inquietante che in alcuni casi questa assurdità sia stata riferita dai media senza alcuna forma di presa di distanza.
Mi è tornata in mente un’interessante lezione che avevo ascoltato da Rav Birnbaum quando era rabbino capo di Torino (spero di riferire correttamente anche se sono passati un po’ di anni). Prendendo spunto dalla condanna dell’allora Presidente della Repubblica israeliano, il rav aveva portato molti interessanti esempi più o meno recenti di casi in cui tribunali rabbinici avevano classificato come violenza sessuale situazioni per lo meno ambigue (per esempio se la donna era stata sedotta con promesse ingannevoli). Negli esempi da lui portati questo spesso era un mezzo per liberare le donne sposate dall’accusa di adulterio. Ma forse l’idea si può generalizzare. Ci sono situazioni in cui la difesa di un presunto colpevole rischia di trasformarsi in maldicenza o calunnia verso la presunta vittima. Oppure la vittima viene accusata di essere in malafede. Non dovrebbe valere anche per lei la presunzione d’innocenza?
Queste situazioni in cui la presunzione di innocenza per qualcuno rischia di trasformarsi in presunzione di colpevolezza per qualcun altro sono molto frequenti, in contesti fortunatamente meno gravi, anche nella nostra vita quotidiana e nella vita delle nostre Comunità. Molte volte ci troviamo nella situazione in cui se rifiutiamo di dare retta alle cose che ci vengono riferite contro Tizio (perché sarebbe maldicenza), accusiamo implicitamente Caio di essere un bugiardo (e anche questa è maldicenza). Ecco perché, nonostante sappiamo benissimo quanto grave sia la maldicenza, non sempre siamo in grado di evitarla. Non è detto, comunque, che per difendere si debba sempre necessariamente accusare.

Anna Segre

(23 aprile 2021)