Il figlio di Mireille Knoll
a Pagine Ebraiche
“Il caso Halimi ce l’ha mostrato,
la Francia sta smarrendo la sua anima”

Sfuggita in gioventù al rastrellamento del Vel d’Hiv, Mireille Knoll fu massacrata, nel marzo del 2018, dai suoi vicini di casa islamici. Accoltellata varie volte e poi bruciata viva: aveva 85 anni. Il processo contro i suoi assassini è in corso. Nessun processo inchioderà alle proprie responsabilità un altro brutale omicida: l’assassino di Sarah Halimi, anche lui musulmano praticante. La Corte di Cassazione francese, come raccontato più volte su questi notiziari, ha scelto di non procedere perché lo stordimento procurato dal consumo di droga l’avrebbe reso “temporaneamente pazzo”. E quindi non punibile per le ripetute percosse, per averla scaraventata fuori dalla finestra del suo appartamento.
Daniel Knoll, il figlio di Mireille, non si dà pace. “È successo qualcosa di orribile. Uno scandalo”, dice a Pagine Ebraiche.
“Dobbiamo contestare questa follia senza tregua. Per questo sarò a Parigi, domenica pomeriggio, alla grande manifestazione che si svolgerà in piazza del Trocadero. Sarò al fianco di William Attal, il fratello di Sarah. Ammiro la determinazione di questa famiglia, il modo in cui sta portando avanti la sua battaglia. È possibile che anche io parli, che dica la mia”.
Per Knoll la sentenza è un trionfo dell’ipocrisia: “Si riconosce che c’è stato un movente antisemita. Ma si arriva ad affermare che chi ha compiuto questo orribile delitto è un ‘pazzo’. Ma un pazzo non pronuncia slogan antisemiti mentre uccide la sua vittima. Nessuno ha mai controllato il suo telefono, e neanche il suo profilo Facebook. Si è perso del tutto l’aspetto umano della questione: una povera donna martirizzata. Sembra – afferma sconsolato – di vivere su un altro pianeta”.
Due temi inquietanti, tra i molti che sono emersi: “Un diffuso ‘Laissez aller’: ormai si può fare di tutto, davvero di tutto, con la garanzia dell’impunità. E poi l’indifferenza, un’indifferenza che si tocca con mano ogni giorno di più. È sconvolgente”. Qualcuno, per fortuna, ne è immune: “Esistono parti sane della politica e del mondo intellettuale che stanno facendo sentire la loro voce. E poi leader religiosi che saranno con noi in piazza a protestare: rappresentanti cristiani, ma anche musulmani. Segnali importanti, perché la lotta non può essere dei soli ebrei”.
Knoll non è però ottimista: “Il silenzio è purtroppo prevalente. I francesi che reagiscono sono pochi. Non sono sorpreso. Già nel 2012, quando dei bambini furono uccisi nell’attentato alla scuola ebraica di Tolosa, la mobilitazione risultò insignificante. Ripeto: dei bambini, dei bambini massacrati. È come se il Paese avesse smarrito la sua anima. E questo fa paura”.
Daniel spera di poter presto inaugurare la strada che a Parigi, su iniziativa dell’amministrazione comunale, farà memoria del nome della madre. “Siamo un po’ in ritardo per via del Covid, ma presto si farà. L’obiettivo, in ogni caso, è di andare ancora più lontano. Di ottenere ad esempio che in tutta la Francia ci sia una giornata dedicata a Mireille Knoll. Per ricordare quanto è avvenuto e per far sì che non succeda mai più. La gente, purtroppo, dimentica in fretta”.
Pensando alla madre, Daniel si commuove: “A noi figli ha trasmesso l’amore per la vita, per l’impegno responsabile e per il prossimo. La sua passione erano i viaggi, le piaceva andare in giro per il mondo. Appena possibile, tornerò a farlo anche io”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(Nell’immagine in basso Mireille Knoll con il figlio Daniel e la nipote Jessica)
(22 aprile 2021)