“25 Aprile, festa di tutti”

“Il difficile momento che stiamo vivendo limita le modalità di celebrazione ma desidero con uguale intensità, in questo 25 aprile, festa della libertà di tutti gli italiani, ricordare il sacrificio di migliaia di connazionali che hanno lottato nelle fila della Resistenza e combattuto nelle truppe del Corpo italiano di liberazione, di quanti furono deportati, internati, sterminati nei campi di concentramento e delle donne e degli uomini di ogni ceto ed estrazione che non hanno fatto mancare il loro sostegno, pagando spesso duramente la loro scelta”.
È il messaggio per il 25 aprile del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Una giornata di festa che vive di storie, ricordi, significato. In evidenza, in molte pagine, il contributo ebraico alla Liberazione.
Repubblica racconta la scelta di Franco Cesana, il più giovane partigiano d’Italia a cadere in combattimento: fu ucciso quando mancavano sei giorni al suo 13esimo compleanno. “I Cesana erano di Mantova, poi trasferiti a Bologna, il padre si chiamava Felice, e i tre figli Vittorio, Lelio e il minore Franco. Nell’unica foto – si legge – il bambino ha un piccolo sorriso, un cappottino di tweed, i capelli ricci”. Affettuoso il ricordo della cugina Ziva, relativo al periodo trascorso presso l’allora orfanotrofio Pitigliani di Roma, che su questo tema già si era confrontata con Pagine Ebraiche.
Nelle pagine milanesi e sul proprio sito, il quotidiano apre un ampio capitolo sul tema delle benemerenze agli ebrei perseguitati. A parlarne è il Consigliere UCEI Davide Jona Falco, che ricorda come alcune resistenze dello Stato, in certi casi, abbiano rappresentato “una vera e propria seconda violenza in danno di coloro che subirono sulla propria pelle la persecuzione razziale”.

Questo 25 Aprile sarà caratterizzato da un parziale ritorno alle attività in presenza.
A Milano, città simbolo della festa, con un presidio in piazza Castello cui parteciperà anche la Comunità ebraica cittadina. A Roma invece la Comunità accoglierà il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che nel pomeriggio sosterà davanti alla lapide in ricordo dei partigiani posta sul Tempio maggiore.
“Il fascismo è un corpo estraneo, nell’Italia liberata, in cui non può avere alcun ruolo, come la mafia. Il fascismo non è una opinione. È un reato grave. Oggi è il giorno per dirlo” sottolinea tra gli altri Furio Colombo, sul Fatto Quotidiano.
Il Corriere Roma segnala che alcuni volantini sono stati attaccati all’esterno della sede locale dell’Anpi per contestare il presidente provinciale Fabrizio De Santis e le sue posizioni sul conflitto israelo-palestinese.

Il Corriere intervista il generale Claudio Graziano, presidente del comitato militare dell’Unione europea. Diversi i temi trattati, con riferimento anche all’ultima drammatica strage di migranti al largo della Libia. Dice Graziano: “Terrorismo, Stati falliti e immigrazione incontrollata sono un triangolo di instabilità. Il rispetto dei diritti umani è un valore non negoziabile per noi”. La Libia, prosegue il generale, “è il collo di bottiglia di flussi che risalgono dall’Africa, per ora c’è solo Irini contro il traffico d’armi, anche se si può tenere tra suoi compiti l’addestramento della guardia costiera sui nostri standard dei diritti”. Il problema di fondo sarebbe però la guerra: “Ristabilita la pace interverremo alla radice direttamente sul problema dei migranti”.

Significativa la scelta del presidente Usa Biden di riconoscere ufficialmente il genocidio del popolo armeno. “Biden apre un nuovo fronte con la Turchia”, titola La Stampa. Parole, quelle pronunciare ieri, che non solo hanno riaffermato “la volontà di riportare il rispetto dei diritti umani al centro della politica estera americana”, ma che sono pure “un messaggio inequivocabile a Recep Tayyip Erdogan”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(25 aprile 2021)