L’aggettivo ideologico
Ideologico, perché no? Da quando “ideologico” è diventato un insulto?
È una delle non poche bizzarrie del discorso politico in Italia a cui nessuno sembra fare caso. Di un progetto di legge che non piace si dice che è “ideologico”. Ci mancherebbe che non lo fosse. Altrimenti quali motivazioni dovrebbero ispirare chi propone una legge? Interessi economici? Desiderio di compiacere il proprio elettorato o di aumentare il proprio consenso elettorale? Onestamente non mi sembrerebbero motivazioni di cui andare particolarmente fieri.
Potrei ancora (in parte) capire che l’aggettivo “ideologico” sia usato in senso spregiativo per definire, per esempio, un decreto riguardante aperture o chiusure nel contesto dell’attuale pandemia che non sia fondato su dati scientifici (anche se in effetti la scelta dolorosa tra la salvaguardia del maggior numero possibile di vite umane e la necessità di evitare ripercussioni troppo gravi sulla nostra economia può anche legittimamente definirsi una scelta ideologica). Così come potrei capire che si definiscano “ideologiche” in senso spregiativo determinate scelte nella gestione della vita scolastica (peraltro, anche nelle scuole si prendono spesso decisioni ispirate a un certo modo di pensare e a una certa visione della realtà – per esempio l’idea che si debba garantire il più possibile l’eguaglianza effettiva tra tutti gli studenti e studentesse – quindi effettivamente e legittimamente “ideologiche”).
Quello che proprio non riesco a capire è come si possa definire “ideologica” in senso spregiativo una legge che punisce discriminazioni, atti di violenza e discorsi di odio. Ovvio che è ideologica. Come potrebbe non esserlo? Ovvio che si è favorevoli o contrari a discriminazioni e violenze nei confronti di una minoranza in base alla propria visione della realtà. In base a cosa altrimenti?
Oggi si discute su come contrastare le discriminazioni, gli atti di violenza e i discorsi di odio per motivi di genere, identità di genere, orientamento sessuale e disabilità. Domani (o forse oggi stesso) si potrebbe trattare di razzismo e antisemitismo. In questa prospettiva l’idea che si possano liquidare così facilmente certi temi bollandoli come “ideologici” diventa ancora più inquietante.
Anna Segre
(30 aprile 2021)