La Francia e gli ebrei

“Que la France vive heureuse et prospère. Qu’elle soit forte et grande par l’union et la concorde.
Que les rayons de Ta lumière éclairent ceux qui président aux destinées de l’État et font régner l’ordre et la justice.
Que la France jouisse d’une paix durable et conserve son rang glorieux au milieu des nations. Amen. […]”
Ogni sabato mattina nelle sinagoghe francesi gli ebrei locali pregano con queste parole in francese e in ebraico per la prosperità della Repubblica francese e per il benessere del suo popolo. Anche in certi siddurim livornesi di vecchia data è possibile ritrovare una preghiera per il Granduca di Toscana, ma questo uso di pregare per il benessere dello stato in cui si dimora penso (se non erro) che si sia conservato solo in Francia. L’invito proviene da un passo di Geremia 29,7 : “Cercate il benessere della città dove vi ho esiliato, pregate il Signore per essa, poiché dal suo benessere dipende il vostro”. Per quanto nel caso francese l’origine di una preghiera per l’Impero risalga a quando con Napoleone Bonaparte fu riorganizzato il culto israelita con la creazione del Consistoire.
La sopravvivenza di questa preghiera dovrebbe bastare a comprendere il legame affettivo che gli ebrei francesi nutrono da secoli per la Francia. Gli ebrei cacciati dalla Penisola Iberica trovarono qui rifugio, poi coloro in fuga dalla Mitteleuropa e dall’Italia, ed infine coloro che vennero espulsi dal Maghreb i quali in molti casi preferirono una nuova vita in Francia anziché in Israele. Su ogni sponda del Mediterraneo la lingua francese era conosciuta e parlata nella maggior parte delle comunità ebraiche, per lo meno come seconda lingua, talvolta per alcuni una sorta di “patria immateriale”.
La domanda che dovrebbe sorgere spontanea è invece quanto la Francia ami e protegga i propri cittadini di religione ebraica. Il processo Dreyfus, la Repubblica di Vichy e infine il caso di Sarah Halimi dei nostri giorni sono solo alcuni dei continui tradimenti nei loro confronti. Sino ad oggi gli ebrei dell’Hexagone hanno continuato a recitare le parole che ho citato all’inizio, e senza dubbio non smetteranno mai di farlo, così come probabilmente non si estinguerà mai del tutto la forte presenza ebraica sul suolo francese e il legame con esso. Non è mai troppo tardi invece per auspicare che la Francia si prenda cura indistintamente di tutti i propri abitanti, qualunque sia la loro fede e origine, se davvero desidera “mantenere il suo glorioso rango tra le nazioni”.

Francesco Moises Bassano

(30 aprile 2021)