La testimonianza di Miriam Camerini:
‘Ero sul monte Meron,
esperienza sconvolgente’

“Ho sempre desiderato partecipare a questo pellegrinaggio. Sia perché mi affascina la storia di Shimon Bar-Yochai. Sia per ascoltare così tante persone, insieme, parlare yiddish. È stato terribile. Uno shock”.
Miriam Camerini, regista teatrale e divulgatrice di cose ebraiche a tutto campo, era sul monte Meron. “Ero nel settore riservato alle donne. Più che vedere, ho sentito. C’era una folla enorme. Centinaia di migliaia di persone”, racconta a Pagine Ebraiche.
Quando si è scatenato il panico, la situazione è apparsa subito grave. “Un’unica strada collega i diversi luoghi adibiti ai festeggiamenti. Per le ambulanze, per ore, è stato impossibile percorrerla. C’era gente ovunque accalcata. Sembravano scene da prima guerra mondiale, con morti e feriti trasportati a mano, sopra le barelle. Non tutti hanno colto la gravità di quel che stava accadendo: ho visto un poliziotto quasi venire alle mani per far passare un mezzo di soccorso”.
Camerini è riuscita a lasciare l’area diverse ore dopo. “Alle quattro del mattino son salita sul primo autobus sul quale è stato possibile entrare. Ho scoperto solo dopo la sua destinazione, e cioè la città di Haifa. Ho dormito qualche ora in spiaggia. Più tardi tornerò a Gerusalemme, dove trascorrerò lo Shabbat”.
Un’esperienza, quella di questa notte, che definisce “sconvolgente”.

a.s twitter @asmulevichmoked

(30 aprile 2021)