Le testimonianze degli Italkim
“Evitiamo che questa tragedia si ripeta”

Grande dolore e amarezza. Sono le reazioni a caldo raccolte da Pagine Ebraiche in queste ore in cui Israele è segnata dal lutto.
Alle 00.50, racconta Yael Bengio, che si occupa del coordinamento dei volontari del Magen David Adom (servizio medico d’emergenza israeliano), ha ricevuto la prima chiamata per il crollo di alcune strutture. “Noi – spiega – avevamo già sul posto con diverse unità dispiegate, ambulanze, moto e un centro di controllo in loco per coordinare ogni eventuale situazione di crisi”. Il personale medico era già in preallerta, aggiunge Bengio, perché si sapeva che sarebbe stato un raduno con migliaia di persone. “Avevamo fatto sopralluoghi nei giorni precedenti per avere ben chiara la situazione sul terreno, e c’erano due postazioni: una in basso al monte Meron e una in alto. Eravamo pronti a soccorrere eventuali feriti, che in una manifestazione così grande erano inevitabili. E abbiamo risposto immediatamente anche a quella che si è trasformata in una vera emergenza”.
“Da giorni si parlava con preoccupazione di questo evento – aggiunge il presidente dell’associazione Amici del Magen David Adom Sami Sisa – Ogni anno questi assembramenti per Lag Ba Omer mettono in allarme le autorità vista l’enorme partecipazione. Non dico che fosse una tragedia annunciata, ma il timore per una possibile disgrazia c’era”.
Anche dopo la tragedia, dice Bengio, sul luogo sono rimaste molte persone per continuare le celebrazioni legate a Lag Ba Omer – ossia il trentatreesimo giorno dell’Omer in cui si interrompe il periodo del lutto – e per rendere omaggio a Rabbi Shimon Bar Yochai, riconosciuto come l’autore di uno dei libri fondamentali della Kabbalah: lo Zohar. La sua tomba a Meron in Galilea è diventata luogo di pellegrinaggio e il 18 di Iyar viene riconosciuto come Yom Hillula, un giorno di celebrazioni gioiose e allegre. Funestato quest’anno da questa tragedia. Nel paese rimane ora il lutto e la necessità di riflettere sull’accaduto, come rileva rav Michael Ascoli. “La prima reazione a questa tragedia è di profondo dolore. Poi, pensando all’accaduto, mi è tornata in mente che ci sono dei precedenti, nella Mishnah”. Ovvero, spiega il rav, un divieto deciso dai Maestri e legato a portare al Tempio il Lulav quando il primo giorno di Sukkot cade di Shabbat. La decisione di vietare questa pratica fu presa per evitare che si formasse la calca e quindi situazioni di pericolo. “Mi sembra chiaro il parallelo con l’oggi. Anche qui siamo in una situazione in cui questi raduni, giustificati o meno, espongono le persone al pericolo e devono per questo essere semplicemente aboliti. Spero che altri la pensino in questo modo e si possa arrivare a legiferare una disposizione di questo tipo. Abbiamo dimostrato – aggiunge rav Ascoli – di non essere capaci di gestire questo evento in sicurezza e quindi dobbiamo prendere misure più drastiche”.
“È terribile pensare che proprio nel giorno in cui per la tradizione ebraica si interrompe il periodo del lutto avvenga una tragedia di queste dimensioni. – la riflessione Raphael Barki, presidente del Comitato Italiani all’Estero – So che degli amici di mia figlia avevano intenzione di andare con le famiglie al monte Meron. Doveva essere un momento di gioia al termine di un periodo così grigio. È invece. Purtroppo tutto questo è anche un monito a tenere sempre alta la guardia”.

Daniel Reichel