Antisemitismo e libri di testo,
una definizione efficace

Approvata dal Parlamento europeo la definizione IHRA comincia a dare i suoi frutti. A febbraio una eurodeputata slovacca aveva invitato l’UNRWA a impegnarsi di più nel controllo sui testi scolastici, finanziati dall’Unione europea. Non è accettabile, questa la tesi, che dei testi pubblicati con il supporto dell’UE, possano incitare all’odio e all’antisemitismo. Chiamata in causa dall’Unione europea, l’UNRWA si era giustificata dicendo che i libri erano stati distribuiti per “errore”, che l’Organizzazione avrebbe rimediato, e che nel frattempo avrebbe suggerito ai docenti di “modificare” o “saltare” le pagine considerate “inappropriate”. Con una risoluzione approvata il 28 aprile l’Agenzia è stata espressamente invitata a rimuovere i contenuti ingiuriosi, sottolineando che gli aiuti dell’Unione Europea dovrebbero essere subordinati a materiale didattico “conforme agli standard dell’Unesco di pace, tolleranza, convivenza e non-violenza”. Una risoluzione che rompe con alcune ambiguità del passato, una novità da valorizzare e implementare per quanto irto di ostacoli possa essere il cammino, e per quanto vasta sia la zona grigia che avvolge il dibattito per un futuro di pace nel Vicino Oriente.

David Meghnagi, psicoanalista