Chivasso, una pietra per la Memoria

Solenne e partecipata cerimonia, in piazza della Repubblica a Chivasso, per la posa di una pietra di inciampo davanti al numero civico 10 dove ha vissuto e ha avuto un negozio di tessuti la chivassese Ester Ernesta Sacerdote Segre, deportata e morta ad Auschwitz con i suoi figli Abramo e Rosa. La pietra dell’artista tedesco Gunter Demnig era già pronta per essere posata in occasione del Giorno della Memoria 2021 ma per difficoltà legate alla pandemia l’evento è stato rimandato a venerdì scorso.
Alla cerimonia, voluta ed organizzata dall’Anpi di Chivasso, dall’amministrazione comunale e dall’Aned, hanno preso parte il sindaco Claudio Castello, il presidente della sezione “Boris Bradac” dell’Anpi Vinicio Milani, il presidente della Comunità ebraica di Torino Dario Disegni e Chiara Acciarini, membro del consiglio nazionale dell’Aned, alla presenza di rappresentanti delle scuole cittadine e di molti chivassesi.
La mattinata è stata introdotta da Milani, che ha presentato l’evento ricordando come esso rappresenti la conclusione di un percorso iniziato nel gennaio 2019 quando, per volontà del liceo Berti di Torino, sono state posate due pietre di inciampo davanti alla scuola dove entrambi i figli di Ester avevano studiato e da cui nel 1938, per le leggi razziste, erano stati espulsi. Il 27 ottobre 1943 vennero arrestati insieme alla madre mentre si trovavano nella loro abitazione e rinchiusi nelle carceri “Nuove” di Torino. Trasferiti nel penitenziario milanese di San Vittore, il 6 dicembre salirono sul convoglio ferroviario n.5 che li portò ad Auschwitz dove arrivarono l’11 dicembre e dove morirono. È stata quindi scoperta una targa, per la prima volta messa a completamento della pietra di inciampo, con lo scopo di collegare questa pietra di inciampo a quella dei suoi figli riunendoli così nel ricordo. Vi si legge: “Qui visse Ester Ernesta Sacerdote con i figli Abramo e Rosa Segre. Qui è posata una pietra di inciampo a ricordo, i figli sono ricordati davanti al Liceo Berti di Torino”. Il sindaco Castello, portando il saluto della città, ha ribadito l’importanza di ricordare anche a Chivasso i deportati ebrei con una prima pietra di inciampo. Dopo aver rievocato i tragici avvenimenti della famiglia Segre, il presidente Disegni ha sottolineato il valore didattico della ricerca che precede la posa delle pietre di inciampo. Questa ricerca, infatti, riveste un ruolo fondamentale nel coinvolgimento attivo dei più giovani, facendo loro conoscere i documenti presenti negli archivi storici del territorio, indispensabili per ricostruire gli eventi storici. Tutte queste attività risultano basilari nel contrastare i rigurgiti di fascismo e nazismo presenti in Europa, che sono sempre più frequenti e preoccupanti. Chi scrive ha, quindi, brevemente illustrato le ricerche scolastiche del Liceo Berti, all’interno del progetto del Giorno della Memoria dell’istituto, che hanno permesso di ricostruire e documentare la storia dei fratelli Segre partendo dalle pagelle dell’archivio scolastico, ed ha evidenziato quanto queste attività abbiano profondamente coinvolto gli studenti.
La cerimonia, molto toccante ed intensa, è stata conclusa da Chiara Acciarini, membro dell’Aned, che ha fatto un excursus essenziale e dettagliato degli avvenimenti che hanno portato alla deportazione degli ebrei italiani, citando la conferenza di Wannsee e le leggi razziste del ‘38 firmate dal re Vittorio Emanuele e sottolineando il diretto coinvolgimento delle autorità nelle persecuzioni degli ebrei italiani. Ancora una volta è stato ribadito il ruolo fondamentale dell’educazione e della scuola nella sensibilizzazione dei più giovani con l’obiettivo di renderli protagonisti consapevoli ed attivi nel lavoro di ricerca e ricostruzione storica.

Eva Vitali Norsa

(2 maggio 2021)