Firenze, 24 pietre per la Memoria
“Ricordare ci rende più forti”

È il 24 maggio del 1944 quando un camion di militi nazisti si ferma davanti all’ingresso dell’ospizio israelitico Settimio Saadun. Nella retata vengono catturate ventun persone anziane, dieci uomini e undici donne. Con loro anche una giovane madre d’origine francese con i suoi due figli: Renée, di due anni, e il suo fratellino Sergio di uno. Ventiquattro vite spezzate, ricordate in queste ore, nel luogo del loro arresto, con la posa di altrettante pietre d’inciampo. Questi i loro nomi: Amedeo Bemporad, Gemma Bemporad, Raffaello Blanes, Elena Calò, Ester Calò, Claudio Caro, Diamante Coen, Renato Coen, Ester Della Pergola, Regina Schaller, Renée Frieder, Sergio Frieder, Giacomo Luisada, Marietta Massa, Magenta Nissim, Elisa Orvieto, Alberto Pacifici, Guido Passigli, Corinna Piperno, Aldo Racah, Arturo Servi, Giovacchino Servi, Ester Sessi, Enrichetta Sornaga.
“Viviamo oggi uno di quei momenti in cui la città deve essere presente” ha sottolineato il sindaco Dario Nardella, intervenendo alla cerimonia. Un’occasione per richiamare tutti i fiorentini all’impegno contro l’indifferenza. E cioè, nelle sue parole, “quel virus che scatena la discriminazione”.
Il palazzo che un tempo ospitava l’ospizio, fondato nel 1870, non c’è più. Ma le 24 stolpersteine collocate stamane colmeranno il vuoto, ricordando a tutti i passanti quel che lì accadde. Un monito e un invito all’impegno di Memoria. “Queste pietre sono un segno indelebile che la città pone su se stessa” ha ricordato Enrico Fink, il presidente degli ebrei fiorentini. Sulla stessa linea il rabbino capo rav Gadi Piperno, che prima di recitare il Kaddish ha affermato: “Con la cerimonia odierna questo ricordo entra a far parte di tutta una città”.
A stringersi alla Comunità e ai discendenti i rappresentanti di numerose istituzioni. Tra loro gli assessori Alessandra Nardini (Regione) e Sara Funaro (Comune). Ad intervenire anche la storica Marta Baiardi, che ha curato una ricerca biografia sulle 24 vittime del rastrellamento, e il presidente del Saadun Enrico Gabbai.
Nei prossimi mesi, verosimilmente entro la fine dell’estate, un’altra pietra sarà posta in ricordo di rav Nathan Cassuto. L’eroico rabbino capo dei mesi dell’occupazione nazista, catturato in seguito a una delazione e ucciso in campo di sterminio.