L’intervista con Sylvan Adams
“Israele al Giro d’Italia, quest’anno
guardiamo anche alla classifica”

“Il 2020 è stato il nostro primo anno nel World Tour. Ma il bello, mi sento di dire, inizia adesso. Non siamo mai stati così competitivi”. Sylvan Adams, il mecenate israeliano a capo della Israel Start-Up Nation, è in Ruanda. Non una destinazione classica per chi opera, ad alti livelli, nel ciclismo. Ma non solo di agonismo vive questo team speciale, ancorato sin dalla nascita a progetti e valori forti. La missione in Africa, dedicata allo sviluppo di alcune iniziative tra sport e sociale, non ha fatto eccezione.
“Adesso si torna in Israele”, dice Adams. Ma riprenderà presto un altro aereo, stavolta con destinazione Italia. A breve infatti la Israel Start-Up Nation sarà di nuovo protagonista al Giro, il quarto della sua giovane storia. Per la prima volta dal debutto, avvenuto nel 2018 a Gerusalemme, con significative ambizioni di classifica. Fa ben sperare la gamba del suo capitano, l’irlandese Dan Martin, quarto lo scorso anno alla Vuelta (dove ha anche vinto una delle più importanti tappe di montagne). Con il Giro ha un conto in sospeso: nel 2014 cadde nella cronometro inaugurale, nella sua Belfast, e fu costretto al ritiro. L’obiettivo, sette anni dopo, è di arrivare sul podio. “Dan è forte e attorno a sé ha una squadra solida, ben assortita. Vogliamo portarlo il più in alto possibile. Ma cercheremo anche qualche successo di tappa. D’altronde – ricorda Adams a Pagine Ebraiche – già lo scorso anno ci siamo tolti lo sfizio”. 
L’eroe della scorsa edizione fu il britannico Alex Dowsett, già primatista mondiale dell’ora, che vinse in solitaria sul traguardo di Vieste. Una vittoria rivestita di molti significati: Dowsett è infatti affetto da emofilia e da anni si batte per una maggiore sensibilizzazione su questo disagio. “Impossibile dimenticare quella giornata, la nostra prima vittoria di tappa in una grande corsa”, si emoziona Adams.
L’esperto ciclista inglese sarà al Giro. Una delle principali frecce nell’arco della Israel Start-Up Nation, che in rosa avrà anche gli italiani Davide Cimolai e Alessandro De Marchi, l’israeliano Guy Niv, il lettone Krists Neilands, l’austriaco Matthias Brändle, il neozelandese Patrick Bevin. “Tutti molto bravi, adatti a diversi scenari. La squadra mi sembra ben assortita. Un bel mix tra ciclisti di lungo corso e giovani emergenti che cercano spazio”, sottolinea Adams.
Il Giro sarà il primo grande test della stagione. Il secondo, il più atteso, sarà il Tour de France. La squadra israeliana vuole lasciare il segno. Una speranza che ha soprattutto un nome e cognome: Chris Froome. La storia è nota: il campione britannico, vincitore in carriera di quattro Tour e un Giro, ha sposato questo progetto per rilanciarsi. Per trovare, negli ultimi anni da professionista, nuove motivazioni. Con l’obiettivo dichiarato di una vittoria a Parigi. 
È lo stesso sogno di Adams quando ha scelto di investire su di lui. Un’operazione di ciclomercato davvero clamorosa, che ha fatto parlare per settimane. 
Nei primi impegni del 2021 Froome è apparso però in difficoltà, debilitato anche da alcuni problemi di salute. “Non voglio nascondermi: Chris – dice Adams – è molto lontano dalla condizione migliore. Per fortuna mancano ancora due mesi alla partenza del Tour, il gap può essere colmato. Anche se è difficile fare delle previsioni”. 
L’Israel Start-Up Nation è stata costruita intorno a lui. Un Froome non al top sarebbe un grosso problema. Adams, in ogni caso, è pronto a cambiare il programma in corsa: “Puntiamo al Tour. E vogliamo giocarcelo con Chris. Ma se non sarà possibile, se la condizione non sarà all’altezza, abbiamo altre carte da giocarci”. 
Tra gli altri fa i nomi di Dan Martin, che potrebbe quindi fare sia Giro che Tour da capitano. Ma anche del canadese Michael Woods, terzo ai Mondiali di Innsbruck del 2018, che ha ben figurato all’ultimo Giro di Romandia (dove ha vinto la tappa più impegnativa); e del norvegese Carl Fredrik Hagen, ottavo alla Vuelta del 2019. Sia Woods che Hagen sono nuovi innesti. Mentre Martin è alla seconda stagione con i colori di Israele. “Sono per natura un ottimista. E quest’anno mi sembra di avere motivi ancora più fondati per esserlo”, commenta Adams. 
Negli occhi il ricordo di giornate indimenticabili: “Questa visita in Ruanda resterà nel cuore. Siamo andati nei villaggi; abbiamo donato biciclette; patrocinato una squadra unica nel suo genere, interamente al femminile. È stata anche l’occasione per implementare altri progetti che sto portando avanti attraverso la fondazione Save a Child’s Heart, che da quasi trent’anni si occupa di aiutare bambini con disfunzioni cardiache. Gli ospedali d’Israele, per molti di loro, sono la salvezza”. 

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(Nelle immagini dall’alto in basso: Sylvan Adams durante una sua visita a Firenze; Chris Froome con la maglia della Israel Start-Up Nation; un momento della recente missione in Ruanda)

(5 maggio 2021)