I confini di Roma
In confronto ad altre grandi città, capire dove inizia e dove finisce Roma non sembra così difficile. Almeno percorrendo la linea tirrenica con il treno, poco prima di avvicinarsi alla stazione Roma Aurelia si ha l’impressione che la campagna dell’Agro Romano scompaia e di entrare nella città come superando una porta. Già ma che importanza può avere? Alcune parabole del Talmud babilonese invece collocano il Messia proprio alle porte di Roma, dove curerebbe i malati, i mendicanti e i diseredati messi ai margini della grande metropoli (Sanhedrin 98a). Si sa che nella letteratura rabbinica Roma è ben presente, ed è descritta con un misto di fascino e avversione, e del resto, per alcuni commentatori il citato riferimento non è neppure alla Roma geografica, ma forse a una sua controparte celeste. E poi davvero, come rintracciare al giorno d’oggi le porte di Roma, se la sua cinta muraria è stata così modificata nei secoli, mura serviane, aureliane, gianicolensi, e tutte quelle borgate che ormai sono lontane da questi tracciati o dal Grande Raccordo Anulare. Eppure ciò che stupisce è forse l’immutabilità e la trascendenza di questa storia, Roma cambia, si ritrae e si espande, ma le sue porte restano sempre là o si spostano di volta in volta con essa. Ed in fondo Roma è tutto e nessun luogo.
Francesco Moises Bassano