Sandro Anticoli, Bar Mitzvah a 90 anni
‘Mi riprendo quel che mi è stato rubato’
“Ho aspettato questo giorno tutta la vita. È stata un’emozione immensa, qualcosa di indescrivibile”.
Sandro Anticoli è nato nel 1931 a Roma. L’età del Bar Mitzvah, la maggiorità religiosa ebraica che abitualmente si consegue a 13 anni, l’ha attraversata con il pericolo costante della morte. Di un arresto, di una retata. Della deportazione in campo di sterminio.
Sulla Tevah, per celebrare uno dei momenti fondamentali del ciclo ebraico della vita, ci è salito soltanto ieri, all’età di 90 anni, nella cornice del Tempio dei giovani. E cioè dell’unica sinagoga che, in clandestinità, restò attiva anche nei mesi dell’occupazione nazista. “Ho saputo di questa opportunità dieci giorni fa. Aver vissuto questa giornata speciale con accanto la mia famiglia e tante persone care mi ha dato una gioia immensa. Finalmente si è chiuso in cerchio”, racconta a Pagine Ebraiche.
Ad officiare la cerimonia Sandro Di Castro, fondatore e referente del Tempio. Presente anche Ruth Dureghello, presidente degli ebrei romani, che ha testimoniato al neo Bar Mitzvah la vicinanza di tutta la Comunità.
Giulio, il figlio, era tra i più emozionati: “Settantasette anni fa – racconta – mio padre fu derubato di tutto, compreso il suo Bar Mitzvah: dovette rinunciare alla sua famiglia, ai suoi sogni e quindi alla sua infanzia”. A salvarlo gli eroici salesiani dell’Istituto Pio XI. E in particolare don Francesco Antonioli, che dell’Istituto era il direttore, e don Armando Alessandrini, che ne era l’economo. “Con ferma e coraggiosa determinazione – ha ricordato – decisero che la sopravvivenza di 70 ragazzi da loro nascosti valesse di gran lunga il rischio della propria vita”. Due uomini “Giusti”, ricordati come tali anche dallo Yad Vashem.
(11 maggio 2021)