Solidarietà a Israele,
l’Italia ebraica si mobilita

Da Nord a Sud Italia ebraica mobilitata per esprimere solidarietà alla popolazione di Israele sotto il tiro dei terroristi di Hamas.
A Roma leader e rappresentanti delle principali forze politiche hanno partecipato al presidio organizzato dalla Comunità ebraica di fronte al Tempio maggiore. Non solo il principale punto di riferimento dell’ebraismo romano ma anche il luogo che ricorda una ferita atroce e insanabile: l’attentato palestinese del 9 ottobre del 1982 in cui restò ucciso il piccolo Stefano Gaj Taché, di due anni appena. “Il nostro bambino, un bambino italiano” avrebbe detto Sergio Mattarella in un indimenticabile intervento che ha segnato una svolta nel lungo e faticoso cammino di consapevolezza.
“La Jihad, Hamas, i terroristi, minano un modello di coesistenza. E noi non possiamo accettare chi il mina il nostro diritto ad esistere, chi mina la pace e il futuro” le parole di Ruth Dureghello, presidente degli ebrei romani, le cui riflessioni hanno aperto la maratona di testimonianze. “Il nostro modello – ha poi aggiunto, richiamando alcuni concetti espressi recentemente dal Capo dello Stato – guarda alla pace e alla voglia di coesistere”.
Ad intervenire, accolti sul palco dal vicepresidente della Comunità ebraica Ruben Della Rocca, sono stati Matteo Salvini (Lega), Enrico Letta (Pd), Antonio Tajani (Forza Italia), Andrea Cioffi (Movimento Cinquestelle), Francesco Lollobrigida (Fratelli d’Italia), Carlo Calenda (Azione), Maria Elena Boschi (Italia Viva) e Giovanni Toti (Cambiamo).
“I missili vanno condannati sempre e bisogna dire che Hamas è una organizzazione terroristica e che ci vuole una soluzione pacifica che gli islamisti non vogliono”, ha esordito Salvini. “Esprimiamo solidarietà alle vittime e crediamo prima di tutto che bisogna unirsi nel lutto e chiedere il cessate il fuoco immediatamente”, le parole di Letta. Tajani ha rilanciato un vecchio proposito: Israele parte integrante dell’Unione Europea “perché valori, democrazia e civiltà sono gli stessi”. Secondo Cioffi “è importante stare tutti uniti per far sì che la popolazione e le persone siano in condizioni di sicurezza e possano vivere in pace”. Per Lollobrigida tutte le forze politiche “devono sostenere il diritto dello Stato ebraico di esistere”. Così Calenda: “Siamo con Israele perché da quella parte c’è democrazia e cultura, dall’altra violenza e odio”. E Boschi: “Oggi più che mai dobbiamo chiedere pace per Gerusalemme. E lo facciamo da Roma, altra capitale della spiritualità”. Toti ha sottolineato come Israele, definito un pezzo di vera democrazia, sia parte “della mia civiltà, della mia storia”.
Hanno concluso la cerimonia la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, che ha letto i nomi delle vittime, espresso preoccupazione per gli ultimi angoscianti sviluppi e invitato il mondo occidentale “a non legittimare i terroristi di Hamas”, e il rabbino capo rav Riccardo Di Segni, con la lettura di un salmo, il 120, che ha molto da dire riguardo al significato autentico di pace. L’iniziativa è stata introdotta da Alex Zarfati, presidente della Consulta comunitaria, e dal rumore della sirena d’allarme che più volte ha risuonato e continua purtroppo a risuonare nelle città d’Israele. Ascoltata anche la voce dei giovani ebrei (Ugei), rappresentati dalla loro Consigliera Micol Di Gioacchino: “Non possiamo restare in silenzio”.
Anche a Milano esponenti della società civile, del mondo politico, comuni cittadini si sono radunati davanti alla sinagoga centrale della città, in via della Guastalla. “Siamo qui per ricordare che Israele ha diritto di vivere in tranquillità, di vivere in pace. Non dobbiamo avere paura di esprimere la nostra solidarietà allo Stato ebraico, un paese che difende la democrazia”, le parole del presidente della Comunità ebraica milanese Milo Hasbani. Prima di recitare in sinagoga una preghiera per i feriti, il rabbino capo rav Alfonso Arbib ha ricordato le tensioni interne al paese. Non solo i razzi sparati da Hamas, ma anche le violenze ad esempio a Lod, dove manifestanti arabi hanno devastato la città e dato fuoco a una sinagoga. “Ho visto immagini terribili. Persone che, parlando delle violenze, ricordavano il pogrom contro gli ebrei di Kishinev, dei primi del Novecento. Non credevo – ha detto il rav – che un’atmosfera simile si potesse vivere in Israele. Dobbiamo ribellarci, non solo chi è vicino alla nostra Comunità. Tutti devono dire che queste cose sono inaccettabili”. A dimostrare la propria solidarietà, partecipando al presidio, diversi esponenti del mondo politico milanese e lombardo. Tra gli altri il capogabinetto del sindaco Mario Vanni (Pd); il Consigliere regionale Gianmarco Senna (Lega), i Consiglieri comunali Fabrizio De Pasquale (Forza Italia) e Manfredi Palmeri (Polo di Milano), Simona Viola (presidente del gruppo +Europa).
Un sit-in, organizzato dalla Comunità ebraica insieme al Gruppo sionistico, si è svolto anche in piazza Unità d’Italia a Trieste (davanti ai palazzi del municipio e della presidenza della Regione Friuli-Venezia Giulia).
Il presidente della Comunità ebraica triestina Alessandro Salonichio ha ricordato come, davanti a una minaccia come quella del terrore, a uno Stato democratico e sovrano che ha a cuore la sicurezza dei propri cittadini come Israele vada riconosciuto “il diritto a rispondere”. Una vicinanza quindi totale, attestata dalle parole con cui ha concluso il suo intervento: “Viva Israele, viva la pace”. Ha portato una riflessione anche il rabbino capo rav Alexandre Meloni, che ha evidenziato come questa situazione di pericolo per Israele nasca “dall’odio gratuito” di un’entità che “vuole massacrare” un altro popolo. Il rav ha anche recitato una preghiera per i civili e i soldati impegnati nella difesa del Paese.
Un altro presidio è in programma domani a Napoli, organizzato dalla Comunità ebraica in collaborazione con l’associazione Italia Israele e l’associazione Bezalel “in segno di solidarietà e vicinanza a tutta la popolazione israeliana sotto attacco”. L’iniziativa, che prenderà il via alle 11 in piazza dei Martiri, si concluderà nella sinagoga di via Cappella Vecchia con una preghiera per le vittime e per i feriti. Prenderanno la parola la presidente della Comunità ebraica napoletana Lydia Schapirer, il presidente dell’associazione Italia-Israele Napoli Amedeo Cortese, il presidente dell’associazione Bezalel Francesco Lucrezi e Giuseppe Crimaldi, presidente nazionale della Federazione Italia Israele.
Tra i molti messaggi di solidarietà anche quello della Comunità ebraica di Firenze: “Gli ebrei fiorentini – si legge in una nota diffusa nella giornata di ieri – si stringono in un abbraccio alle nostre sorelle e fratelli che passano queste ore nella paura; a Yerushalayim, a Tel Aviv, in tutta Israele, nelle città del sud la cui esistenza è perennemente martoriata, e certamente anche alla popolazione civile di Gaza e dei Territori palestinesi, e pregano con forza non solo per il silenzio delle armi ma anche per una soluzione stabile che porti la pace alla terra e alle persone”.

(Nelle immagini, dall’alto in basso, le manifestazioni di Roma, Milano e Trieste)

(13 maggio 2021)