L’evento promosso dall’Asset
“Porta di Sion, porta di speranza”

La storia dell’Aliyah Bet, l’emigrazione clandestina verso il nascente Stato d’Israele di migliaia di ebrei d’Europa sfuggiti alla Shoah, è ancora poco conosciuta. Un momento di luce e riscatto per un Paese, l’Italia, che fino a pochi mesi prima aveva mostrato un volto assai poco solidale e che adesso, al contrario, con il contributo di tanti cittadini di buona volontà, apriva alcuni suoi porti a quei viaggi di vita e speranza. 
A raccontarla in tutti i suoi risvolti è un film appassionante: Terra Promessa, prodotto da Istituto Luce Cinecittà con il sostegno del Mibact e opera del regista Daniele Tommaso. Da poco scomparso, vi ha dedicato anni di lavoro e ricerche. Un impegno che la malattia che incalzava non ha mai affievolito. Un film, quindi. Ma anche e soprattutto un atto d’amore. 
La pandemia ha ritardato il suo arrivo nelle sale. Ma molte centinaia di persone hanno avuto l’occasione di apprezzarlo grazie a una speciale proiezione online organizzata dall’Associazione ex allievi e amici della Scuola Ebraica di Torino con il patrocinio di UCEI, Museo Nazionale del Cinema e Comune della Spezia, la città che più significativamente fu sollecitata guadagnandosi la fama di “Porta di Sion”. Una fama che ha ispirato molte iniziative. Tra cui un prestigioso riconoscimento, il Premio Exodus, assegnato quest’anno alla Presidente UCEI Noemi Di Segni. 
La proiezione, ha esordito il presidente dell’Asset e vicepresidente dell’Unione Giulio Disegni aprendo la serata, si inserisce proprio in quel solco. Un’anticipazione rispetto alla cerimonia in programma il prossimo 25 maggio, dedicata come di consueto a una riflessione su quella cultura della solidarietà e dell’accoglienza in cui la città ligure si distinse. Lo stesso Tommaso sarà insignito di una menzione speciale in memoria. 
“Questo film è un pezzo di storia, una storia fondamentale” ha sottolineato Disegni, ricordando la scelta non casuale di proporlo alla vigilia dell’anniversario dalla proclamazione d’indipendenza dello Stato ebraico. Collegati a distanza vecchi e nuovi amici dell’Asset “da tutta Italia, da Israele, dalla Spagna, dall’Argentina, dagli Stati Uniti”. Una serata per incontrarsi e confrontarsi con il pensiero inevitabilmente rivolto anche alle tensioni del presente.
“Un film che è un pezzo di cuore di ciascuno di noi” ha confermato la Presidente Di Segni, auspicando che possa aiutare a far conoscere “i meriti di chi si prodigò affinché si realizzasse il sogno di un popolo; un sogno che deve continuare”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco Pierluigi Peracchini, soffermatosi sul “grande gesto compiuto dagli spezzini” e su cosa abbia significato e continui a significare per la città. “Mi auguro – il suo auspicio – che questo film possa andare in tutte le sale cinematografiche”.
Una speranza condivisa da Domenico De Gaetano, direttore del Museo nazionale del cinema, che ha elogiato “il grande valore” dell’opera e ricordato la carriera internazionale di un regista che ha saputo portare le proprie idee e capacità in molti contesti di prestigio. “Daniele – le parole della moglie Letizia Monti – si è innamorato di questa storia. Ero con lui in Israele, l’ho osservato mentre raccoglieva testimonianze con umanità e delicatezza. La malattia premeva con il suo dolore, ma lui è stato più forte”.
Marina Piperno, produttrice cinematografica di fama, un prezioso sostegno per Tommaso in ogni fase di questo suo ultimo lavoro, ha rivolto un invito: “Guardate questo film come il viaggio di qualcuno che ha creduto in quello che ha fatto”. 

(14 maggio 2021)