Strade bianche, il Giro nella leggenda
Israele punta su Daniel Martin
Il Giro d’Italia entra nel vivo. E lo fa in uno dei contesti agonistico-paesaggistici più affascinanti in assoluto: le mitiche “strade bianche”, trentacinque chilometri di sterrato, tutte in provincia di Siena, che molto diranno sulle ambizioni dei singoli e delle squadre.
Un punto di svolta forse decisivo, a metà esatta di una corsa che ha già dato le prime indicazioni: per la vittoria finale il grande favorito sembra il colombiano Egan Bernal, attuale maglia rosa, che in montagna ha dimostrato di essere il più forte. Occhio però alle sorprese. Una di queste veste maglia Israel Start-Up Nation, la squadra israeliana che mai come quest’anno si sta rivelando all’altezza della più dura delle grandi corse a tappe. Seconda per prestigio solo al Tour de France, ma senz’altro prima per quoziente di difficoltà.
Il capitano della Israel, l’irlandese Daniel Martin, si sta difendendo in modo egregio. In montagna è stato secondo solo a Bernal e in graduatoria è oggi ottavo, a soli 52 secondi dal leader e appena 30 dal podio virtuale, appannaggio del russo Aleksandr Vlasov. La tappa odierna, con arrivo a Montalcino, è una grande incognita per tutti. Martin compreso. Riuscisse a superarla in modo ottimale, con una seconda parte di Giro costellata di frazioni alpine adatte a uno scalatore come lui, vedrebbe enormemente rafforzate le sue speranze di un piazzamento finale significativo.
L’obiettivo dichiarato del team israeliano, tra le squadre protagoniste della prima settimana e mezzo di Giro. Soprattutto grazie ai suoi due corridori italiani, Alessandro De Marchi e Davide Cimolai. Il primo che per due giorni ha indossato la casacca simbolo del primato. Il secondo che ha sfiorato la vittoria di tappa, con molto rammarico e qualche recriminazione, in ben tre circostanze.
(Nell’immagine le “strade bianche”, attraversate oggi dal Giro)
(19 maggio 2021)