Miriam Peretz o Isaac Herzog,
la sfida a due per la Presidenza

Il 2 giugno la Knesset, il Parlamento, si riunirà in plenaria per votare il prossimo presidente dello Stato di Israele. Dopo sette anni il mandato di Reuven Rivlin volge infatti al termine e due sono i candidati a contendersi il prestigioso incarico: l’attuale presidente dell’Agenzia Ebraica, Isaac Herzog, e l’educatrice Miriam Peretz. Il primo, con un passato da leader del partito laburista, è considerato il favorito, forte di un appoggio trasversale. Sono infatti 27 i parlamentari che hanno firmato il sostegno per la sua candidatura (per poter correre, ne servono almeno 10) e tra i nomi ci sono politici di destra (Likud e Sionismo religioso), del mondo haredi (Agudat HaTorah) e della sinistra (Labour). Undici invece i parlamentari che hanno ufficialmente sostenuto la candidatura di Miriam Peretz, diventata in questi anni un simbolo di forza e resilienza dopo aver perso due figli, Uriel e Eliraz, in guerra. “Non parlo mai di morte, al contrario, parlo di vita. Di amore per la vita. Cerco di spiegare a chi mi ascolta che svegliarsi la mattina è il più grande dei regali”, aveva raccontato Peretz in una grande intervista con Pagine Ebraiche. “Guardo i miei figli e i miei nipoti e torno a sorridere, perché mi rendo conto che Hamas e Hezbollah sono riusciti ad uccidere solo il corpo di Uriel ed Eliraz. Il loro spirito vive ancora, in me e in tutti quelli che portano avanti i loro valori ed i loro ideali. Finché io sarò in vita, anche lo spirito dei miei figli lo sarà”, le sue parole, arrivate a poca distanza dal prestigioso conferimento del Premio Israele.
Già in passato la politica l’aveva corteggiata, ma Peretz si era sempre negata. Ora ha invece scelto di provare a correre per la presidenza. “Non è così che immaginavo l’annuncio della mia candidatura alla carica di Presidente dello Stato di Israele. Il destino e i tempi dettati dalla Knesset mi obbligano a presentarla con il rumore dei missili in sottofondo, e l’esercito insieme alle altre forze di sicurezza al lavoro per proteggere i cittadini del paese. Ma proprio questo momento difficile, in cui il nostro paese è messo alla prova, è il momento dell’unità. – ha scritto Peretz, presentando ufficialmente la sua candidatura – Ho dedicato tutta la mia vita all’unificazione dei cuori e alla vicinanza, ed è così che sarà la Casa dei Presidenti sotto la mia guida: una casa di pace e di unità, una casa di vicinanza dei cuori e di unità nel popolo”.
Se dovesse essere scelta dalla Knesset, Peretz diventerebbe la prima presidente eletta d’Israele (non la prima donna in assoluto, perché nel 2007 l’allora speaker della Knesset Dalia Itzik ricoprì l’incarico quando Moshe Katsav, accusato e poi condannato per stupro, rassegnò le dimissioni).
I quotidiani israeliani danno però in vantaggio il suo contendente, Isaac Herzog. Conosciuto nel paese con il soprannome di Bougie, l’ex leader laburista è figlio e nipote d’arte. Il padre Chaim Herzog è stato presidente di Israele dal 1983 al 1993. Il nonno, rav Yitzhak HaLevi Herzog, è stato rabbino capo ashkenazita del paese tra il 1937 e il 1959. “La mia storia familiare personale e la mia lunga esperienza pubblica mi hanno insegnato a non dare mai per scontato il miracolo dell’esistenza dello Stato di Israele” le parole di Herzog, presentando la sua candidatura. “In questo momento di crisi, dobbiamo tutti difendere il Paese. Credo che al prossimo Presidente dello Stato di Israele sarà richiesto di sanare la frattura che c’è tra noi; segnare una destinazione e tracciare un percorso oltre il domani; pianificare e costruire il prossimo capitolo nella storia di tutti noi: la visione per lo Stato di Israele nel centesimo anno della sua indipendenza”.

(Nell’immagine, un incontro tra Isaac Herzog, a sinistra, e Miriam Peretz)