La guerra e il racconto del dolore,
una mostra per parlare ai giovani
Alleati, tedeschi, fascisti, partigiani, deportati, ebrei, vittime civili, territorio. Otto diverse prospettive, molto spesso intrecciate, per guardare al secondo conflitto mondiale e al devastante impatto che ebbe sulle vite di milioni di persone. È l’itinerario che si va a tracciare in “La Guerra in Italia: donne, uomini e territorio”, mostra fotografica virtuale realizzata dalla Fondazione Museo della Shoah di Roma in collaborazione con l’ambasciata della Repubblica Federale di Germania.
“Una mostra sugli avvenimenti italiani del 1940-1945, ma con un significato molto più ampio e generale” sottolinea lo storico Amedeo Osti Guerrazzi, che ne è il curatore. Attraverso l’utilizzo di grafiche innovative e fotografie provenienti da numerosi archivi italiani e stranieri, ad emergere è infatti “un racconto del dolore applicabile a qualsiasi conflitto”.
Una mostra che si rivolge in prima istanza ai giovani, destinatari anche in tempo di pandemia di numerosi e costanti stimoli. “Teniamo molto ai fatti, alla concretezza” il concetto espresso dal suo presidente Mario Venezia nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’allestimento online al Cinema Farnese. Concretezza che, per la Fondazione, ha significato migliaia di studenti collegati a distanza a iniziative di qualità. E tra i più recenti il progetto “Radici future”, che sta offrendo a un gruppo di 13 tra ragazze e ragazzi la possibilità di formarsi per diventare guide e volontari consapevoli. “Lavoriamo scambiandoci idee ed esperienze. Una grande opportunità per tutti” le parole di Venezia, ieri affiancato da quattro di loro.
Per Viktor Elbling, l’ambasciatore tedesco, “i nostri due paesi hanno una particolare responsabilità” nella trasmissione di quel che accadde sotto il nazifascismo. Fondamentale, anche per il diplomatico, il passaggio dalle parole all’azione. L’impegno a lasciare un segno affinché si colmino quelle lacune di conoscenza che, tra i giovani, “sono purtroppo molto significative”. Una sfida nella sfida: “Anche senza poter visitare fisicamente i luoghi della memoria – il suo pensiero – i giovani italiani e tedeschi devono mantenere il contatto con la nostra comune storia”. Un forte richiamo all’impegno “contro ignoranza, intolleranza e antisemitismo” è arrivato anche dal viceambasciatore israeliano Alon Simhayoff. Centrali in questo senso i progetti, come questa mostra multimediale, che vanno a muovere la leva educativa. Il modo migliore, ha osservato, “per fare la differenza”. Sulla stessa lunghezza d’onda Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, che si è soffermata su alcune iniziative che hanno visto la Comunità al fianco dell’ambasciata tedesca, a partire dalle solenni onorificenze conferite ai Testimoni della Shoah Piero Terracina e Sami Modiano, e ricordato come il grande nemico sia anche l’indifferenza. Un disvalore, il suo appello, “che siamo tutti chiamati a contrastare”.
La mostra, fruibile da oggi online sia in italiano che in tedesco, è finanziata dal Fondo italo-tedesco per il Futuro.
(20 maggio 2021)