Essere patrioti
“Ogni giorno guardiamo le cose insignificanti, guardo tutto e tutto il mondo che vive di speranza, e noi non viviamo”: una voce in lingua araba resa poi impercettibile dall’ouverture del Tannhäuser di Wagner introduce la canzone “Up patriots to arms” di Franco Battiato. Forse che la speranza che riponiamo nel mondo finisce per non viverlo, o per non lasciarci il tempo di concretizzare e attuare questa speranza? Così ci tengo a ricordare il maestro da poco scomparso, e con un altro verso della medesima canzone “Noi siamo delle lucciole che stanno nelle tenebre”. Una probabile citazione questa del brano “Lucciole vagabonde” di Bixio Cherubini (1927): “Noi siam come le lucciole/ Brilliamo nelle tenebre/ Schiave d’un mondo brutal /Noi siamo i fiori del mal”.
Ritrovo nelle parole di Battiato quasi un’eco ebraica, quel monito derivato dalle parole di Isaia, di essere una “luce delle nazioni”. Anche nei momenti e nei contesti più oscuri e critici, vale sempre la pena distinguersi, brillare come le lucciole, per quanto piccole e con quella poca luce necessaria. Non lasciarsi trascinare dal conformismo, così dal pensiero dominante e dalle insidie dei suoi mezzi comunicativi, è proprio un modo di essere patrioti, che sia una patria interiore come la intende forse Battiato, o meno.
Francesco Moises Bassano
(20 maggio 2021)