La tragedia della funivia
“Il tragico incidente alla funivia Stresa-Mottarone suscita profondo dolore per le vittime e grande apprensione per quanti stanno lottando in queste ore per la vita. Esprimo alle famiglie colpite e alle comunità in lutto la partecipazione di tutta l’Italia. A questi sentimenti si affianca il richiamo al rigoroso rispetto di ogni norma di sicurezza per tutte le condizioni che riguardano i trasporti delle persone”.
Sono le parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha così commentato il dramma delle scorse ore. Quattordici vittime, un solo sopravvissuto, ricoverato in gravi condizioni: il piccolo Eitan, israeliano. Nella tragedia ha perso mamma Tal, papà Amit, il fratellino Tom e i bisnonni materni Itsak e Barbara. La storia di questa famiglia è raccontata da vari giornali, che ricordano come il padre fosse parte del servizio di sicurezza presso la Comunità ebraica di Milano. “Una tragedia che lascia senza parole” il cordoglio espresso ieri sera, a Pagine Ebraiche, dal presidente della Comunità Milo Hasbani. Che lo ricorda così: “Un giovane molto gentile, sempre sorridente. Una persona squisita”. Scrive Repubblica</a>: “Erano appena rientrati da Israele, dalla guerra, dai razzi e dai lutti senza fine. Anche se il cuore e la testa di Amit erano sempre là, su quel conflitto che ha anche riempito gli ultimi post del suo profilo Facebook”. Poco dopo le 22 Eitan è uscito dalla sala operatoria. “Le sue condizioni ieri notte erano stazionarie, con la prospettiva di una nuova tac per escludere ulteriori complicazioni. La prognosi – scrive il Corriere – è rimasta riservata”.
“Senza affrontare le cause profonde del conflitto, l’occupazione, i profughi, di cui abbiamo avuto un forte segnale a Gerusalemme Est e Sheikh Jarrah, senza discutere il blocco di Gaza e il continuo ciclo di violenza, questa tregua sarà solo un’illusione fino alla prossima guerra”. È l’opinione del capo dell’Unrwa Philippe Lazzarini, che ne parla con Repubblica direttamente da Gaza. I danni, si legge in un reportage dalla Striscia, sono importanti. E “si aggiungono all’eterna catastrofe delle strutture, della sanità, delle scuole”.
Sul quotidiano è pubblicata anche una intervista a Dimitri Diliani, portavoce per il Blocco Democratico-Riformista di Fatah, che dice: “L’Anp deve porsi come elemento attivo nella ricostruzione di Gaza, ripristinare il suo ruolo di responsabilità. Abbas deve riunificare Fatah di modo da avere un blocco solido contrapposto a Hamas. Oggi il presidente non può prendere posizioni coraggiose perché è troppo debole”.
Il Fatto Quotidiano guarda alla prossima sfida per la Presidenza d’Israele, con in lizza Isaac Herzog e Miriam Peretz. Il primo sembra in netto vantaggio: “Ha raccolto firme di sostegno da 27 membri della Knesset e si prevede che ottenga anche il sostegno dei legislatori di destra”.
Migliaia di israeliani, ebrei e arabi, hanno sfilato per le strade di Tel Aviv nel nome della convivenza. Tra i partecipanti lo scrittore David Grossman. Il Corriere ne pubblica l’intervento. Un appello a “ritrovare la strada quasi perduta, la strada tortuosa e ardua per vivere qui insieme, in completa uguaglianza e in pace, arabi, ebrei, esseri umani”.
In un editoriale su Repubblica l’intellettuale marocchino Tahar Ben Jelloun attacca Israele: “Un elemento rilevante di questa nuova guerra è la volontà della destra e dell’estrema destra israeliane, rappresentate dal primo ministro Benjamin Netanyahu, di rifiutare qualsiasi compromesso”.
Secondo Giuliano Ferrara (Il Foglio) il recente conflitto avrebbe mostrato un elemento inedito: “L’identità israeliana non aveva mai perduto il filo di una specie di missione, dominare il rigetto e la violenza su più dimensioni, mettendo quella della forza al servizio della costruzione politica e della persuasione morale”. Ora, a suo dire, “quel filo sembra smarrito”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(24 maggio 2021)