La vecchia regola
Dopo 11 giorni di conflitto che ha provocato la solita scia di morti, feriti e sfollati si è conclusa la guerra più inutile della storia: alla fine si è esattamente al punto di partenza. Ormai si agisce per riflesso pavloviano, senza nessuna finalità strategica che non sia lanciare la palla un po’ più avanti. Naturalmente entrambe le parti rivendicano vittoria in un eterno ritorno dell’uguale, che è anche difficile da commentare. Se, come vogliono le interpretazioni più maligne, le motivazioni di questo conflitto fossero di natura politica interna pare che anche questo obiettivo sia stato mancato. Hamas, che avrebbe vinto facilmente le elezioni di fine maggio in Cisgiordania, si trova messa all’angolo dall’interventismo americano e al tentativo di Netanyahu di acquisire maggiore consenso in vista delle sempre più probabili quinte elezioni ha risposto l’ampia partecipazione alla manifestazione per la pace di Tel Aviv. Forse i programmi erano diversi. Forse le parti contrapposte avrebbero voluto un conflitto più lungo. Forse persino l’ingresso dell’esercito israeliano nella Striscia, ma la sola idea disturba gli Stati Uniti impegnati a creare un equilibrio mediorientale con nessun Paese egemone e con un Iran dentro. Non servono ulteriori disordini. È la vecchia regola: non disturbare il manovratore. E tutti si sono dovuti adeguare.
Davide Assael
(26 maggio 2021)