“Non vi lasceremo soli nella tragedia,
Eitan può contare sull’Italia ebraica”

Non vi lasceremo soli. È il messaggio ripetuto con forza, nel silenzio del piazzale dell’aeroporto Malpensa, ai parenti e amici dei coniugi Amit Biran e Tal Peleg, del piccolo Tom, di Barbara Cohen Konisky e Itshak Cohen. Vittime di una tragedia che lascia senza parole: quell’incidente della funivia del Mottarone che ha spezzato quattordici vite e su cui la magistratura sta facendo luce. In queste ore le salme della famiglia israeliana stanno rientrando in patria. Prima, un ultimo saluto nel piazzale di Malpensa con una cerimonia raccolta, segnata da lacrime e abbracci. Sullo sfondo, le bandiere d’Israele e d’Italia, vicine in questo momento di dolore, ma anche di preghiera e speranza per il destino di Eitan, il figlio di Amit e Tal, unico sopravvissuto alla tragedia. “Eitan ha aperto gli occhi e ha trovato il viso conosciuto della zia. Sono vicini in questo momento”, fanno sapere i medici dell’ospedale Regina Margherita di Torino, dove il piccolo è ricoverato. Una notizia positiva, in un giorno di lutto.
“Ho visto Amit venerdì. Mi ha raccontato che avrebbe portato i suoi nonni a fare una passeggiata con la famiglia. E abbiamo concordato di rivederci la settimana successiva. Quando ho sentito la notizia dell’incidente, mai avrei pensato che questa tragedia ci avrebbe toccati così da vicino. La Comunità di Milano e tutte le Comunità d’Italia sono al vostro fianco. Tutto quello di cui la famiglia ha bisogno, noi lo faremo”, le parole rotte dalla commozione e dal dolore del presidente della Comunità ebraica milanese Milo Hasbani ai parenti delle vittime. “Amit, Tal, Tom, Barbara, Itshak rimarrete nei nostri cuori e nella nostra memoria. Persone che volevano solo vivere, stare insieme, amarsi. Ed è questa l’eredità che ci lasciano. E noi, come comunità ebraiche italiane, faremo di tutto per portarla avanti e per stare al fianco di Eitan e aiutarlo. Siamo con voi” ha ribadito la Presidente UCEI Noemi Di Segni, esprimendo i sentimenti di tutta l’Italia ebraica, che si è mobilitata per portare avanti due raccolte fondi per sostenere il futuro del piccolo Eitan.
“Ci auguriamo tutti di poter prendere parte alla sua felicità futura” ha dichiarato l’ambasciatore d’Israele a Roma Dror Eydar, augurando una pronta guarigione al piccolo e ringraziando tutte le autorità, dalle istituzioni ai medici, che hanno lavorato per salvargli la vita. “Questa tragedia – ha proseguito l’ambasciatore – ci ha insegnato che siamo tutti una grande famiglia. Questi sono nostri figli, sono nostri fratelli”.
E parole paterne sono state espresse dal responsabile della sicurezza della Comunità ebraica di Milano, che per anni ha lavorato a stretto contatto con Amit. “Caro Amit – ha detto – sei arrivato da me cinque anni fa, neostudente di medicina, già sposato e padre nonostante la tua giovane età. Ci sono voluti pochi minuti per capire che davanti a me c’era un ragazzo che sarebbe diventato uno dei miei più fidati collaboratori. Hai accettato di lavorare con me dopo che ti sei consultato con tua moglie Tal, con cui condividevi ogni scelta. Amit, la tua serietà sul lavoro, la tua intelligenza, il tuo sorriso hanno conquistato tutti. Ti salutiamo qui. Non era previsto. È inaccettabile ed è incomprensibile”.
Una tragedia che ha dei responsabili ma, ha ricordato il rabbino capo di Milano rav Alfonso Arbib, che lascia anche dolorosi interrogativi aperti. “In questo momento non abbiamo risposte, abbiamo solo domande, possiamo solo rimanere in silenzio e condividere il vostro dolore”, le sue parole a Malpensa. “Non possiamo immaginare la vostra tragedia, ma sappiate che siamo qui, siamo al vostro fianco e faremo tutto il possibile per aiutarvi”.
A conclusione della breve cerimonia, a cui ha preso parte il presidente della Comunità ebraica di Torino Dario Disegni, la lettura del Kaddish.
dr