Il nuovo allestimento del Meis
Mazal Tov!, il matrimonio in mostra
Il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara festeggia la riapertura con una nuova mostra. “Mazal Tov! Il matrimonio ebraico”, curata da Sharon Reichel e Amedeo Spagnoletto e allestita dall’architetto Giulia Gallerani, sarà inaugurata il 4 giugno.
“Dopo mesi di chiusura forzata a causa dell’emergenza sanitaria, in cui il Meis ha comunque continuato a lavorare, abbiamo deciso di inaugurare la riapertura con una mostra gioiosa, un vero e proprio ‘invito a nozze’. Il matrimonio è una pietra miliare per l’ebraismo, simboleggia la continuità dei riti e delle tradizioni ed è contrassegnato da una cerimonia vitale e ricca di significati”, sottolinea il presidente del Meis Dario Disegni, in occasione della presentazione della mostra alla stampa. Un’iniziativa che si candida a soddisfare “la curiosità di moltissimi visitatori” e vuole essere un segno di speranza per il futuro. Un’occasione per riaprire al pubblico e traghettarlo verso la grande mostra che sarà aperta in autunno, intitolata “Oltre il ghetto. Dentro & Fuori”.
“Abbiamo voluto offrire ai visitatori una mostra che facesse bene al cuore. – rileva il direttore del Meis Spagnoletto – Il matrimonio rappresenta uno dei più profondi atti di amore e di fiducia nei confronti del futuro e porta con sé un messaggio di speranza universale, un balsamo per i tempi complessi che ci troviamo a vivere. ‘Mazal Tov!’ è una esposizione che racchiude in sé il passato e il presente, riti millenari e pratiche moderne e, pur nella sua specificità, riuscirà a coinvolgere chiunque verrà a visitarla”. A portare i propri saluti in rappresentanza del Comune di Ferrara e della Regione Emilia-Romagna, che hanno dato il patrocinio alla mostra assieme all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, rispettivamente l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli e l’assessore al Bilancio Paolo Calvano. E la presenza di questi enti all’interno del Meis si è consolidata proprio in questi giorni, spiega Disegni. “Il ministro della Cultura Dario Franceschini ha infatti firmato il decreto di approvazione del nuovo statuto del Meis che riconosce il ruolo di partner essenziale del museo proprio a Ferrara, Regione Emilia-Romagna e all’UCEI”.
Una collaborazione dunque che prosegue nel segno anche della mostra “Mazal Tov! Il matrimonio ebraico”, che resterà aperta fino al 5 settembre ed è stata realizzata grazie al sostegno del Ministero dell’Istruzione, dell’Istituto di Storia Contemporanea-Isco di Ferrara e del Liceo “Antonio Roiti” e al contributo di DiMedia, Gruppo Hera, Fondazione Bottari Lattes e Fondazione Ebraica Marchese Cav. Guglielmo De Lévy.
Ieri, oggi, domani: il matrimonio ebraico si nutre di precetti e riti del passato, è l’emblema della continuità, affonda le sue radici nella Bibbia; eppure convive con un presente vibrante, dialoga con la cultura nella quale è immerso, segna la nascita di una nuova famiglia. “Mazal Tov!” racconta proprio questo equilibrio tra antico e moderno, accostando preziosi documenti ad opere di arte contemporanea. Al centro ci sono decine di storie; frammenti di discorsi amorosi lunghi secoli e fissati per sempre attraverso oggetti; atti; scatti.
Le prime sale illustrano le due fasi e le pratiche che compongono il cerimoniale nuziale: i Qiddushin (o Erusin) e i Nissuin. Anticamente celebrati separatamente, essi si svolgono attualmente insieme, uno immediatamente conseguente all’altro. A renderli caratteristici, l’ambientazione sotto la chuppah, il baldacchino di tessuto che unisce simbolicamente sotto lo stesso tetto i due sposi; la firma della Ketubbah, l’atto nuziale nato anche con lo scopo di tutelare i diritti della donna e che con il tempo è stato arricchito da finissime decorazioni, e la rottura del bicchiere, immortalata da tantissimi film e immagini. Per raccontare in maniera chiara ed esaustiva tutti i passaggi si è scelto di accostare opere e strumenti comunicativi diversi: in mostra verranno esposte le preziose Ketubbot del ‘600 e del ‘700 custodite dalle Gallerie Estensi di Modena (Biblioteca Estense Universitaria); il teatrino dell’artista genovese Emanuele Luzzati proveniente dal Museo Ebraico di Bologna e il filmato di un matrimonio contemporaneo. L’esposizione prosegue con una riflessione sul riconoscimento del matrimonio ebraico da parte dello Stato Italiano e il racconto – attraverso cimeli di famiglia – delle tradizioni che con il tempo hanno caratterizzato le nozze: la dote, i regali per lo sposo e per la sposa (che possono variare da una edizione completa del Talmud ad un orologio griffato) e la produzione di componimenti d’occasione.
Tra gli esemplari in mostra, un oggetto con una storia tutta da riscoprire: l’album di dediche realizzato dal drammaturgo Sabatino Lopez in onore delle nozze di suo fratello Corrado e della moglie Ada Sadun. Critico letterario e commediografo di successo nella Milano di inizio ‘900, Lopez decise di donare ai due sposi un regalo del tutto originale: un albo decorato con le firme di amici e colleghi d’eccezione. Tra le pagine spiccano infatti testi autografi – tra gli altri – di Giovanni Pascoli; Giovanni Verga, Giosuè Carducci; Eleonora Duse; Giacomo Puccini; Federico De Roberto e tantissimi altri protagonisti della letteratura e del teatro italiano.
Ad arricchire la mostra anche delle opere di arte contemporanea: Sigalit Landau firma “Salt Crystal Bridal Gown”, un progetto in collaborazione con il fotografo Yotam From – che segue il processo di cristallizzazione di un abito nero immerso nel Mar Morto ed è ispirato all’opera “Il Dibbuk” di S. Ansky, la storia di una giovane sposa posseduta da uno spirito.
Florah Deborah, francese di nascita e milanese di adozione, rielabora e fa comprendere al visitatore il mikveh, il bagno rituale in apposite vasche piene di acqua piovana o sorgiva che compiono le donne alla vigilia del matrimonio. La sua opera “Una per Tutte, Tutte per Una” è stata realizzata appositamente per il Meis. L’opera su tela di Jenny Hassan, artista romana, rielabora il calice degli sposi. La frase che la incornicia è un verso del salmo 137 che viene pronunciato ad alta voce durante la rottura del bicchiere in ricordo della distruzione dell’antico Tempio di Gerusalemme.
“In questa mostra – spiega l’architetto Gallerani, che si è occupata dell’allestimento – ci sono le tradizioni e i caratteri tipici del matrimonio ebraico, con le sue peculiarità specifiche ed uniche, ma ci sono anche e le storie delle persone che hanno posseduto alcuni degli oggetti in mostra, le emozioni di chi ci ha regalato fotogrammi del proprio giorno più bello. Perché, anche se le tradizioni possono essere diverse, la gioia di condividere un momento di felicità è la stessa per tutti”. Non può mancare infatti uno spazio che faccia immergere nel matrimonio ebraico celebrato nei nostri giorni: il Meis ha lanciato nelle scorse settimane la call to action “Un amore da condividere” per raccogliere foto di coppie di sposi italiani che saranno esposte in mostra; un viaggio visivo dagli anni ’30 del ‘900 al 2000 inoltrato. Un progetto arricchito anche dalle foto storiche dell’archivio della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano-Cdec, preziosa risorsa che racconta la vita degli ebrei italiani nel primo Novecento. I video creeranno inoltre un’esperienza immersiva coinvolgendo lo spettatore e facendogli vivere la gioiosa atmosfera dei festeggiamenti; mentre oggetti effimeri, bomboniere e inviti testimonieranno il presente di un rito che ha migliaia di anni.
“Con questa mostra – conclude la curatrice Sharon Reichel – abbiamo voluto approfondire la relazione che lega gli oggetti alle persone e, insieme ai manufatti storici, abbiamo deciso di aprire alcune finestre sulla contemporaneità per far capire in modo tangibile come l’ebraismo sia una religione e una cultura viva. Spesso i visitatori che si avvicinano al nostro museo parlano degli ebrei al passato, noi vogliamo che inizino a farlo anche al presente e, perché no, al futuro”.
Nelle immagini, dall’alto in basso: fede nuziale di Allegra di Nola (Italia, 1865, oro con ametista, collezione privata: foto di Francesco Mancin e Bruno Leggieri); ketubbah delle nozze di Shemuel Chaim di Avraham Padova e Eva del fu Refael Yehoshua Ravenna, venerdì 12 elul 5389, Carpi, 1629, manoscritto su pergamena (Biblioteca Estense Universitaria, Gallerie Estensi, Modena – Ministero della Cultura); mtrimonio di Susanna Luzzati e Andrea Totah, celebrato l’11 luglio 2019 a Santa Margherita Ligure (Genova)