Un’aria irrespirabile
Lentamente stiamo avviandoci a una ripresa delle attività a cui eravamo abituati. Spostamenti, caffè al bar, amici, lezioni e conferenze in presenza. Ma non è un ritorno alla normalità. Il livello di aggressività che si sta registrando è al di fuori di quella che consideravamo normalità. Se quindi l’impegno di ognuno di noi deve essere incentrato su una rinnovata attenzione alle regole di igiene per preservare la salute nostra e degli altri in questo clima post-pandemico, non minore attenzione deve essere rivolta al sistema relazionale. Il discorso d’odio, l’aggressività verbale verso il nostro prossimo, la difficoltà a pensare una nuova Etica che è necessaria a ripristinare le vite di tutti è più che evidente. Si tratta di lavorare su questo, nelle nostre comunità e nella società a tutti i livelli. Su questi temi le fonti ebraiche sono ricchissime, a iniziare dai Pirke Avoth. Ma non basta studiare. Maestri e allievi devono interrogarsi sul proprio comportamento e contribuire a sconfiggere questo clima di violenza che rende l’aria irrespirabile.
Gadi Luzzatto Voghera, direttore Fondazione Cdec