Salviamo i cani della Bibbia
La razza si chiama Canaan, ed è l‘unica originaria di Eretz Israel, sin dai tempi biblici – nella Torah ci sono parecchi riferimenti ai cani, e probabilmente si tratta proprio dei Canaan. Sono anche raffigurati nelle tombe di Bene Hassan (2200-2000 a.e.v) e nelle pitture rupestri, tra cui quelle dello Wadi Celoqua nel Sinai centrale, mentre danno la caccia alle antilopi. Nel Museo archeologico di Askelon un sarcofago del secondo secolo porta scolpito uno di questi esemplari. Sempre vicino a Askelon, un in un cimitero del quinto secolo a.e.v sono stati trovati i resti di oltre 700 Canaan, che venivano considerati nell’antichità cani con grandi capacità terapeutiche. Sono una razza cosiddetta “primitiva”, ovvero ancestrale, di taglia media, capace di sopravvivere in zone aride e semidesertiche, mai mescolata con altre razze, come i Basenji egizi e il Perro sin pelo del Perù. Hanno caratteristiche molto particolari: intelligenza superiore e nessuna aggressività verso l’uomo. E una bellezza antica che li rende misteriosi e magici ai nostri occhi.
I Canaan cinquant’anni fa rischiavano l’estinzione. Ne erano rimati pochi esemplari in mano ai pastori beduini che, per mancanza di partner adeguati, finivano per incrociarli con altre razze.
Finché nel 1969 Myrna Shiboleth, nata in America ma ardente sionista e appassionata cinofila, decise di traferirsi in Israele con l’obiettivo di ridare vita a questa razza così aristocratica e ricca di storia. Per quarant’anni è vissuta in un rudere abbandonato, senza elettricità e senza telefono, in un parco nazionale vicino a Gerusalemme. Lo ha ristrutturato con le sue mani e ne ha ricavato un allevamento esemplare, in una situazione ideale, tanto spazio e nessuno intorno da disturbare. “Tutti i Canaan oggi nel mondo -e in questi anni ne ho inviati ovunque- hanno il DNA dei miei” racconta. “Sono animali meravigliosi, sembrano capire il linguaggio umano e comunicano con noi in modo stupefacente. Sono miti, adatti a giocare con i bambini, e molto protettivi verso le famiglie che li adottano. E così intelligenti che sono diventati le mascotte dell’esercito israeliano, pur non essendo cani aggressivi”. Non solo. Myrna li ha utilizzati per sviluppare programmi di sostegno ai bambini autistici e con difficoltà cognitive, e ai malati di Alzheimer.
Purtroppo, dopo 47 anni, la vita di Myrna ha subito una svolta inaspettata. La proprietà che aveva risistemato, e affittato con regolare contratto dalla Water Company israeliana, si è scoperto appartenere in realtà alla Israel Lands Authority, che ha deciso di evacuarla. Non sono servite a nulla le petizioni di migliaia di suoi fans da tutto il mondo: i giudici non l’hanno nemmeno interrogata. E così Myrna, a 70 anni e senza mezzi economici, è stata costretta a sloggiare con i suoi venti cani e ha trovato temporaneamente ospitalità da una sua amica allevatrice che vive in Toscana a Amola, fra Aulla e Pontremoli. Il soggiorno, che avrebbe dovuto essere breve, in attesa di trovare un’altra sistemazione in Israele, si protrae ormai da quattro anni, anche a causa del Covid. In Italia Myrna non ha la residenza e quindi nessuna copertura sanitaria. Le sue magre risorse economiche si sono consumate e ora che ha finalmente trovato una sistemazione in Israele non ha mezzi per trasferire gli undici Canaan che le sono rimasti, tra cui tre meravigliosi cuccioli di sette mesi, che vorrebbe vendere per finanziare il viaggio. Aiutarla, acquistando un cucciolo o facendo una piccola donazione, è una mitzvà, come mi ha suggerito la grande artista israeliana Michal Rovner (una sua installazione monumentale accoglie in questo periodo i visitatori nel padiglione centrale della Biennale Architettura a Venezia), che è proprietaria di parecchi Canaan acquistati da Myrna. Chi la volesse aiutarla, può contattarla al suo indirizzo email: myrnashiboleth@gmail.com. La somma da raccogliere è modesta: 5.000 euro. Ogni donazione, anche di piccola entità, è molto gradita.
Viviana Kasam
(31 maggio 2021)