Israele, la nuova alleanza
e la strategia di Bibi
Tra qualche giorno la Knesset, il Parlamento d’Israele, sarà chiamata a dire la sua su un esecutivo a guida Bennett-Lapid. Lapid, cui il Presidente Rivlin aveva affidato l’incarico, ha informato il Capo dello Stato di essere riuscito a formare un governo. La strada però non è priva di ostacoli, alcuni piuttosto significativi. “Riprendere quattro deputati. La strategia di Netanyahu per far fallire il governo” titola tra gli altri Repubblica, segnalando come il premier uscente stia muovendo tutte le pedine a disposizione per sfaldare l’alleanza. Per La Stampa si tratta delle “ultime cartucce” a disposizione del Primo ministro, “inseguito dai processi, e che vede una sua controfigura salire al potere con una determinazione implacabile”. Il riferimento è al leader di Yemina, sulla cui biografia si soffermano vari quotidiani. Come il Corriere, che gli dedica un ritratto intitolato “Bennett, il milionario con la kippah”. Il tramonto di Netanyahu, scrive il Sole 24 Ore, è “in mano a un milionario hi-tech”. Il Sole ne parla come di un “regicida” e al tempo stesso come di un “clone della sua vittima”. Il Foglio approfondisce invece l’identità e la storia di Ra’am (“Gli islamisti arabi che decidono il governo in Israele”, il titolo dell’articolo).
Per Libero l’inedita alleanza Bennett-Lapid, alla prova con alcune possibili defezioni, “parte già con il fiato corto”. Una coalizione contro cui, come si è visto, Netanyahu sta lanciando “fuoco e fiamme” (cit. Il Giornale). Sul Mattino si legge che l’inizio della fine, per l’attuale premier, “è stata l’elezione di Biden”. Il Fatto Quotidiano riporta una testimonianza da Giaffa, città simbolo della convivenza ferita dai recenti scontri interni al Paese.
Il 4 giugno di 77 anni fa Roma veniva liberata. Risale a quei giorni la prima storia scritta, ad appena 12 anni, da Lia Levi. La scrittrice, su Repubblica, racconta la storia del suo ritrovamento. Sempre Repubblica, partendo da una lettera del 1929 in vendita alla fiera libraria di Abu Dhabi, parla del “difficile rapporto con il sionismo” di Albert Einstein.
Avvenire presenta il libro a quattro mani firmato da Anna Foa e Lucetta Scaraffia, Anime Nere. Al centro l’incontro tra Celeste Di Porto, l’ebrea romana che collaborò con i nazifascisti, ed Elena Hoehn, accusata di spionaggio e di aver “venduto” alle SS tre ufficiali dei carabinieri.
Sulla prima pagina di Domani, in una riflessione sulla destra italiana e il fascismo, si legge che “lo scatenamento di insulti antisemiti contro quel professore della comunità ebraica veneziana che aveva ironizzato in maniera inaccettabile sul libro di Giorgia Meloni, capovolto negli scaffali di una libreria, dice qualcosa degli argomenti con i quali è difesa dai suoi sostenitori”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(4 giugno 2021)