Il razzismo oggi

Leggetela la lettera di Seid, il ventenne dalla pelle nera che si è ucciso. Leggetela tutta, con attenzione, non solo quando racconta del clima intorno a sé, del rifiuto della sua pelle nera, ma anche quando dice come aveva interiorizzato le accuse, cercando di apparire, se non bianco, dalla parte dei bianchi. Leggetela tutta, parola per parola, anche se è stata scritta due anni fa e se suo padre l’ha definita “uno sfogo”. Leggetela e imparate perché ci descrive il razzismo nella sua origine, nella sua terribile banalità. La banalità del male.
Quando ci si deciderà, nelle scuole, ad insegnare anche ai ragazzi ciò che dovrebbe essere ormai penetrato nella cultura e nella mentalità di tutti, dal momento che è scienza, sapere, risultato di ogni studio, non opinione: che le razze non esistono, che sono un’invenzione della cultura del XIX secolo. Quando parlare di “razze” sarà come sostenere che la terra è al centro dell’universo? O, meglio, che è piatta, con buona pace dei terrapiattisti. E invece gli episodi di razzismo sono diventati il nostro pane quotidiano. Ogni giorno, sempre di più. Frutto dell’odio, dell’ignoranza, e dell’arroganza che da odio e ignoranza congiunti sempre derivano.
Perdonaci Seid, anche se sappiamo quello che facciamo.

Anna Foa, storica