Dante e le vie degli ebrei,
un itinerario nel segno dell’arte

Un dipinto e uno spettacolo. Due strade diverse e complementari per onorare il ricordo di Dante nel 700esimo anniversario dalla scomparsa, soffermandosi in particolare sul suo rapporto con l’ebraismo, gli stimoli che raccolse, la sua percezione nel corso dei secoli.
È l’iniziativa del Museo ebraico di Bologna, che martedì prossimo accoglierà nella sua sede un’opera dell’artista Tobia Ravà: Dante perso nella Selva Alchemica (sublimazione su raso acrilico, 2021). Al centro l’incontro tra il poeta fiorentino e il pensiero di Abulafia, filosofo e mistico della Spagna sefardita e tra i maggiori studiosi della Qabbalah dell’epoca medievale. Ravà, nel suo stile caratteristico, ne fa una lettura simbolica e vi applica quel percorso della lingua ebraica che è la ghematrià, ovvero la corrispondenza tra lettera e numero delle parole.
Tre invece gli appuntamenti con lo spettacolo “Dante e le vie degli ebrei”, ideato da Il Ruggiero, di e con Emanuela Marcante e Daniele Tonini. L’esordio giovedì 17 giugno a Cesena, nel Cortile della Biblioteca Malatestiana, in collaborazione con il Comune, la Società Dante Alighieri, l’Istituto Storico della Resistenza e dell’età Contemporanea, Amici dell Musica “A.Bonci”.
Un viaggio che da Bologna arriverà fino in Romagna. Da Forlì (la città di Guido Bonatti, astronomo e astrologo posto nell’Inferno) a Cesena (dove nacque Ovadya Sforno), da Bertinoro (dove nacque rabbi Ovadià da Bertinoro) all’ultimo approdo Ravenna. Oggetto di approfondimento anche il Dante mito dell’Unità d’Italia, fatto proprio dagli ebrei italiani risorgimentali, ma anche il Dante di Primo Levi. Lo spettacolo avrà come successive tappe Bertinoro (8 luglio) e Ravenna (16 agosto).

(Nell’immagine: l’opera di Tobia Ravà)

(10 giugno 2021)