Tradizioni e sovranisti

Visitare il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari “Lamberto Loria”, compreso nel Museo delle Civiltà di Roma Eur, dovrebbe essere sicuramente una tappa obbligata per conoscere meglio la storia variegata e le diverse culture locali della penisola. Peccato che, giunti alla stazione della Metropolitana Eur-Fermi, se si prova a chiedere ad un autista ATAC come raggiungere il museo in bus così da evitare il sole cocente romano la risposta finisca per denotare una totale inconsapevolezza dell’esistenza di questo luogo.
Non resta che farsi a piedi l’Eur andando un po’ a caso, un luogo che più che “città ideale” pare un quartiere dimenticato, fermo al lockdown dell’anno scorso. Poi tra edifici geometrici in stile razionalista e stradoni deserti, il museo casualmente si trova, ben nascosto tra erba alta, impalcature e colonnati. Ospitato in un secondo piano, ovviamente è in “ristrutturazione”, quindi rimane visitabile solo una parte, ovvero una sala. Senza troppi pannelli e didascalie, vi si trova un grande presepe napoletano, una vetrina con degli ex voto, alcune riproduzioni dei Gigli di Nola e dei Ceri di Gubbio, nonché quattro manichini in abiti regionali che guardano desolati i lavori in corso al piano inferiore. Un guardiano si aggira solitario esortando l’unico visitatore a tirarsi più su la mascherina.
Probabilmente sarò capitato nella domenica e nel periodo sbagliato, ma è comunque strano pensare che quelle “tradizioni italiane da difendere” tanto sbandierate dai sovranisti, quelle che gli immigrati “si rifiutano di conoscere e accettare per imporci le loro” siano racchiuse in una sala di pochi metri quadri nascosta nella periferia di Roma. Il museo serve non solo per un uso esterno, come attrazione turistica, ma anche per raccontare qualcosa su di noi, conoscere meglio come siamo e perché, per quanto le tradizioni e la propria cultura siano vive nel quotidiano. Per esempio quasi tutte le comunità ebraiche della diaspora dispongono di un museo, per non parlare del numero di musei etnografici e storici presenti in Israele.
Come l’autista ATAC pochi conoscono l’esistenza di un museo delle arti e tradizioni popolari ma tutti sanno naturalmente che staserà l’Italia giocherà la prima partita di calcio agli Europei. Anche quella calcistica è sicuramente una tradizione popolare, ma a dispetto dei sovranisti, è condivisa anche dai turchi. E non è affatto l’unica.

Francesco Moises Bassano

(11 giugno 2021)