“Gorizia, gli ebrei, l’Europa:
la nostra sfida oltre i confini”

“Due mondi che si sono a lungo fronteggiati si riuniranno in nome dell’Europa: la guarigione dopo una lunga convalescenza è a portata di mano”. Nel suo ultimo libro, Decontaminare le memorie (Add editore), Alberto Cavaglion sosta in un luogo di intense suggestioni: la piazza della Stazione Transalpina di Gorizia, un tempo simbolo della separazione politico-ideologica tra Ovest ed Est e oggi emblema di una nuova era, di una nuova possibilità che si è aperta e sarebbe imperdonabile non cogliere. 
“Un apposito sito – la sua testimonianza – ci guida attraverso le strade della città a suo tempo percorse da Carlo Michelstaedter e Graziadio Isaia Ascoli e ci avverte che nel 2025 le due città divise, Gorizia e Nova Gorica, diventeranno insieme capitali europee della cultura. Le sofferenze del passato, che qui risalgono alla Prima guerra mondiale, all’odio antislavo che ha preceduto e, per molti versi, sopravanzato l’antisemitismo fascista, sono destinate a svanire”. Il lento processo di decontaminazione, scrive Cavaglion, “sta per concludersi con un lieto fine”. 
Uno storico appuntamento incentrato sulla dimensione e l’eredità ebraica di una città che, nei tempi d’oro, per l’importante presenza su un piano sia quantitativo che qualitativo, si guadagnò la fama di “Gerusalemme sull’Isonzo”. Michelstaedter e Ascoli, naturalmente. Ma anche, tra gli altri, il rabbino Isacco Samuele Reggio e la giornalista Carolina Luzzatto Coen. Figure che hanno segnato un’epoca e che sono al centro di uno dei progetti qualificanti del dossier congiunto presentato dalle due Gorizie in vista del 2025: il restauro e la valorizzazione del cimitero di Valdirose, in territorio sloveno, a cura della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia. 
Nato da un’idea di Pagine Ebraiche, il progetto si avvia ad entrare nella sua fase operativa. Di appena poche settimane fa il seminario “Le due Gorizie riunite nel recupero della memoria dell’antica presenza ebraica”, con la partecipazione di tutti i protagonisti e molti spunti preziosi. Un nuovo strumento permetterà di restare aggiornati ed avere uno sguardo “work in progress”: un sito trilingue (italiano, sloveno e inglese), da qualche ora in rete e interamente dedicato alle iniziative che saranno messe in campo a Valdirose. 
“Quello di Valdirose è un progetto speciale anche per via della sua specificità transfrontaliera. Il sito web fa parte di una più ampia strategia per tenere alta l’attenzione su una sfida affascinante e senza confini” sottolinea l’architetto Andrea Morpurgo, Consigliere della Fondazione e project manager. 
Cimitero in Slovenia, sinagoga e altre testimonianze storiche in Italia: la vicenda ebraica goriziana è, per molti versi, un paradigma. Solo in un altro luogo d’Europa, spiega Morpurgo, il patrimonio architettonico di una comunità ebraica è stato diviso tra due Paesi dopo la seconda guerra mondiale. Si tratta di Francoforte sull’Oder. Il sito “in cui si trovava la sinagoga, che fu data alle fiamme dai nazisti nel ’38, è in Germania”. Mentre il cimitero, raso al suolo nel 1970, “si trova sul versante polacco del fiume Oder, nella città di Slubice”. Un elemento, tra i tanti, che fa cogliere la straordinarietà del progetto.
I lavori, annuncia l’architetto e riporta il sito, saranno suddivisi in cinque fasi: risanamento idrogeologico; risanamento del muro di confine; interventi di ripulitura arborea; piano-progetto del ritrovamento delle tombe cadute e loro ricollocazione; elaborazione del progetto di un infopoint da collocare nella ex cappella dedicata ai riti funebri e ripristino dell’ingresso originale con un ponte di collegamento.
Un impegno urgente anche a fronte delle molteplici criticità di tipo ambientale. L’ultima occasione, si ricorda, per salvare un patrimonio di circa 900 tombe (la più antica delle quali risalente al 1371) attraverso il quale “leggere e rintracciare percorsi di grande interesse”. Percorsi storici. Ma anche culturali, religiosi e umani. Una “grande storia europea”, ricordava il presidente della Fondazione Dario Disegni durante il recente seminario.