Il confronto che ha aperto Ebraica
“Noi e il Covid, le lezioni da imparare”

Un confronto sul tema “Vedere il futuro” ha aperto Ebraica, festival internazionale di cultura organizzato dalla Comunità ebraica di Roma. Ospite d’onore della 14esima edizione che ha preso il via nelle scorse ore il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario nella lotta al Covid, sul palco della rassegna insieme al rabbino capo rav Riccardo Di Segni. 
“Vedere il futuro”: argomento portante di un’edizione interamente incentrata sul concetto di Second Life. Una seconda vita (e possibilità) che dipende dal successo della campagna di vaccinazione in corso. “Stiamo assistendo a una mobilitazione importante” ha esordito il generale Figliuolo, che ne è il principale artefice. “Gli italiani si sentono protagonisti di questa campagna. Dall’epidemia abbiamo capito una lezione: da soli non se ne esce”.
Concorda rav Di Segni, secondo il quale un “senso di sicurezza ipertrofico” ci aveva fatto dimenticare “che la nostra natura è fragile, che le nostre sicurezze sono molto relative”. Da qui un’altra lezione fondamentale da non dimenticare: “Restiamo con i piedi per terra”. 
L’incontro, moderato dal direttore del quotidiano La Repubblica Maurizio Molinari, ha messo al centro diversi aspetti dello sforzo anti-Covid a livello sia italiano che globale. Un impegno che, ha fatto notare il generale, è “anche di natura etica”. Con un pensiero rivolto ai giovani, prossimi destinati di una campagna di comunicazione volta a favorire il più possibile comportamenti responsabili. Responsabilità, ricorda Figliuolo, è una parola chiave “per poter socializzare e stare assieme”. La campagna di vaccinazione l’arma migliore per uscire dal tunnel e rivedere in pieno la luce: “Ad oggi – il numero fatto davanti al pubblico di Ebraica – sono state effettuate 42 milioni di somministrazioni. Oltre la metà degli italiani ha avuto almeno una dose. Un quarto circa entrambe”. Del tema della responsabilità ha parlato anche rav Di Segni: “Non siamo soli – il suo messaggio – ma immersi in un mondo che ha bisogno di noi”. E per chi è scettico, per chi non vuole vaccinarsi? La risposta, secondo il rabbino capo, è in una “informazione chiara, oggettiva, non paternalistica”. Una sfida nuova, per questa generazione. Ma non è la prima volta che l’umanità si confronta con una pandemia. E con il dopo, con la complessa sfida della ripartenza. “Non dimentichiamoci mai la storia. L’esperienza del passato – le parole del rav – può esserci d’aiuto”. 
La serata inaugurale è stata caratterizzata anche dall’inaugurazione della mostra fotografica “Waters to Waters – Ritorno alla vita?” di Merav Maroody e dalla messa in scena dello spettacolo Soldo de Cacio di Giovanni Clementi interpretato da Tosca, in collaborazione con la Fondazione Museo della Shoah. Sul palco, prima della conversazione tra il generale e il rabbino capo, i tre curatori del festival Marco Panella, Ariela Piattelli e Raffaella Spizzichino e la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello. “Alle spalle – le sue parole – ci lasciamo un’epoca complicata. Guardiamo alle sfide che ci attendono con l’approccio sano e costruttivo che ci contraddistingue”. 
Gli eventi del festival, in presenza e streaming, proseguiranno quest’oggi con l’incontro “Innovazione e resilienza. Il caso Israele” con Dani Schaumann, Elhanan Bar-On, Nadia Ellis e Massimo Lomonaco (ore 19). Alle 19.30, al Palazzo della cultura, sarà la volta dello spettacolo Re-born di Mario Piazza. Mentre alle 20.30 si svolgerà la conversazione “Cinema e Serie TV. La nuova vita del libro” con Ariela Piattelli, Alessandro D’Alatri, Fabrizio Zappi, Mauro Donzelli, Omri Givon e Gioacchino Ciriaco. 

a.s

(14 giugno 2021)