Da Ottawa a Israele, il sogno di Woods:
“Al Tour per vincere una tappa”

Nel palmares, il risultato migliore in una grande corsa a tappe è il settimo posto alla Vuelta del 2017. Al Giro d’Italia, dove ha corso due volte, è arrivato trentottesimo nel 2017 e diciannovesimo l’anno successivo. Al Tour, dove vanta un’unica partecipazione, ha chiuso trentaduesimo (2019). Risultati che non lasciano sperare in piazzamenti di classifica alla prossima Grand Boucle.
Ma alla Israel Start-Up Nation sono convinti che Michael Woods, 34 anni, canadese, possa far bene. Che sia la miglior freccia al loro arco. Il più legittimato a ottenere la qualifica di leader. 
L’annuncio è arrivato nelle scorse ore: Woods capitano e il ben più titolato Chris Froome, vincitore in passato di quattro Tour, nei panni per lui inconsueti di gregario. 
Da due anni a questa parte Froome è un po’ il fantasma di se stesso. La squadra israeliana l’aveva ingaggiato con l’obiettivo di essere ancora più protagonista. Di entrare con lui nella Storia del ciclismo, puntando a una quinta e ultima maglia gialla.
Non sarà così, almeno quest’anno. Troppi gli inciampi fisici. Una condizione di salute incerta che non gli permette, a quanto pare, di volare alto. Ma Froome, comunque, ci sarà. E questo è già tanto, vista la china presa dagli eventi (si temeva un forfait). 
Froome ci sarà: totalmente a disposizione di Woods, pronto ad essere l’ultima ruota d’appoggio nelle tappe più difficili, quelle in cui la strada sale e l’ossigeno inizia a mancare. Con un gregario del genere, un lusso raro, lecito immaginare che le quotazioni dell’esperto corridore nato ad Ottawa, canadese di nascita come il patron del team Sylvan Adams, possano crescere. 
Al Tour Woods, che in carriera può vantare una sfilza di ottimi risultati alla Liegi-Bastogne-Liegi e un terzo posto ai Mondiali di Innsbruck del 2018, arriva con un certo vento in poppa. Merito dell’ottimo Giro di Svizzera appena disputato. Un test molto importante a questo punto della stagione. Quinto nella generale, si è aggiudicato la classifica scalatori. Woods sembra fremere in vista di questa ben più complessa sfida: “Ho già avuto l’opportunità di fare il capitano, ma mai al Tour. Sono onorato di avere questa posizione, soprattutto considerata la qualità del nostro team”. Due gli obiettivi: “Prima le vittorie di tappa e poi finire più alto possibile in classifica”. Non sarà semplice. Ma come dimostrato all’ultimo Giro d’Italia, dove ha anche vestito la maglia rosa con Alessandro De Marchi e vinto la tappa più dura di montagna con Daniel Martin, la Israel Start-Up Nation è una squadra con risorse speciali. Sempre pronta a stupire, nel segno del motto che l’accompagna a ogni gara: Yalla!

a.s – twitter @asmulevichmoked

(Nell’immagine Michael Woods in azione all’ultimo Giro di Svizzera)

(16 giugno 2021)