La Comunità ebraica di Firenze
a confronto con le istituzioni
“Museo, la sfida del rilancio”

Dopo oltre quattro mesi di chiusura, sinagoga e museo ebraico di Firenze riapriranno domani al pubblico. Un momento di ripartenza che la Comunità ebraica fiorentina ha scelto di festeggiare con un concerto ma anche con un’occasione di confronto sul rilancio del suo spazio espositivo.
L’appuntamento sarà, a partire dalle 19.30, nel giardino del Tempio. Lo sfondo di uno degli appuntamenti di maggior successo di questi anni, il Balagan Cafè (che ripartirà, caratterizzando la seconda parte del periodo estivo, il prossimo 22 luglio). Per il momento la sede di una conversazione di alto livello “fra città e comunità”. Con il presidente della Comunità ebraica Enrico Fink saranno infatti il presidente della Regione Eugenio Giani, l’assessore comunale alla Cultura Tommaso Sacchi, il direttore degli Uffizi Eike Schmidt. Protagonisti anche i membri del comitato direttivo del museo, composto oltre che da Fink stesso, da Dora Liscia Bemporad, Anna Di Castro e Renzo Funaro. Tra le mansioni del nuovo organismo la direzione del museo e la nomina di un comitato scientifico per definire un progetto di riallestimento degli spazi. Con l’occasione sarà anche presentato il nuovo gestore, Opera Laboratori. E sarà anche possibile, nelle ore precedenti, visitare una significativa novità: la “camera immersiva”, realizzata da Frankenstein srl con il sostegno di Opera del Tempio, Fondazione CR Firenze, Coopculture, Fondazione Ambron Castiglioni e dedicata ad alcune grandi figure della Firenze ebraica dall’Ottocento ad oggi. Figure a grandezza naturale che si animeranno per narrare la memoria del luogo e dialogare sia tra di esse che con i visitatori. Sarà anche possibile visitare, in anteprima, due nuove acquisizioni: il dipinto “Mosè con le Tavole della Legge”, opera del Guercino e di proprietà dell’Adei Wizo; e “Ritratto di Lucia Levi nei Levi”, del pittore Gino Rossi, donato da Grazia Levi in ricordo della nonna deportata ad Auschwitz.
“Si sentiva – racconta Fink – il bisogno di ripartire. E di farlo in un certo modo, coinvolgendo la città nelle sue molteplici anime. Un dialogo che, per questa Comunità, è sempre aperto”. Un vero e proprio work in progress, con molte stimolanti possibilità all’orizzonte. “La cosa più importante – sottolinea – è la prospettiva, da costruire negli anni, di uno spazio che è allo stesso tempo un di più e un di meno rispetto a un museo tradizionale. Il nostro museo, nato come una piccola esposizione e oggi molto apprezzato dai turisti, si trova infatti in un luogo vivo, dentro una comunità e dentro una struttura che respira”. Un presidio fondamentale anche dal punto di vista educativo: “Tra i risultati più importanti acquisiti c’è senz’altro il coinvolgimento delle scuole in alcuni progetti contro il pregiudizio che hanno messo in gioco anche altre minoranze e identità religiose, come ad esempio quella islamica. Una collaborazione che per noi ha un grande valore”. Una comunità dentro la città e che della città si sente una componente essenziale. “È questa la nostra cifra, il nostro impegno. L’evento di domani segna una nuova importante tappa in questo percorso. Il Comune, la Regione e quello straordinario museo che sono gli Uffizi. Un polo anche di innovazione, come dimostra la recente idea del suo direttore Schmidt di farne un museo diffuso. Una sfida che affascina e stimola”.
Prima del Balagan Cafè due appuntamenti letterari in collaborazione con l’editore Giuntina: la presentazione di Resta ancora un po’ di Ghila Piattelli (20 giugno) e di Forse mio padre di Laura Forti (27 giugno).
(Nell’immagine in alto l’interno del Museo ebraico; in basso l’attore Ciro Masella interpreta il grande rabbino Samuel Hirsch Margulies, direttore del Collegio rabbinico fiorentino dal 1899 al 1922: uno dei protagonisti della nuova “camera immersiva”)
(16 giugno 2021)