Riscoprendo memorie ebraiche,
tra Arezzo e Monte San Savino

Viaggiare, stando comodamente seduti di fronte al proprio computer o smartphone, è una delle prerogative diventate usuali durante la pandemia. L’Asset, l’associazione che raccoglie gli ex allievi e i tanti amici della Scuola ebraica di Torino, ha così condiviso con un pubblico da tutta Italia un tour virtuale ad Arezzo e a Monte San Savino, con la sapiente guida dell’aretino doc Axel Castigli.
La visita alla bellissima città d’arte (Arezzo) e alla piccola e vicina Monte San Savino hanno accompagnato i turisti virtuali in una vera e propria scoperta, anche più vasta e approfondita di quanto succede di norma in una visita reale, non soltanto delle bellezze architettoniche e museali delle due città toscane, ma anche delle tracce dell’antica presenza ebraica in entrambi i luoghi.
E a questo riguardo non poteva non farsi cenno alla non troppo lontana rimozione nel centro di Arezzo della targa dedicata al Viva Maria, movimento sanfedista e antiebraico che si macchiò di terribili misfatti culminati nel 1800 con il massacro di 13 ebrei senesi, movimento che ebbe il suo centro propulsore proprio nella città di Petrarca e di Vasari.
Ad Arezzo la presenza ebraica è attestata sin dal lontano 1388 con l’istituzione di un banco di pegni ebraico, poi soppresso nel 1406.
E ancora, dopo un periodo di divieto del prestito, nel 1547 Benvenida Abravanel ed il figlio Yaaqov ottennero il permesso da Cosimo de’ Medici di aprire nuovamente banchi feneratizi anche ad Arezzo e dieci anni dopo ebrei, fuggiti dallo Stato Pontificio in seguito alla repressione di Paolo IV, cercarono rifugio nella città toscana. In seguito, con frequenza crescente a partire dall’inizio del XVIII secolo, si rileva ad Arezzo una continuità del gruppo ebraico, soprattutto di origine sansavinese, attivo nel commercio dei tessuti. E nel 1799 il moto anti-francese del “Viva Maria”, coinvolse anche la città: dopo la fuga della guarnigione francese, furono arrestati tra i simpatizzanti giacobini diversi ebrei, tra cui il mercante Sabatino Castelli.
I turisti virtuali si sono poi spostati in Val di Chiana, ove hanno potuto ammirare quanto rimane dell’antica sinagoga di Monte San Savino, nella centrale via Salomone Fiorentino, all’interno dell’antico ghetto cittadino: era stata costruita nel XVII secolo e tra il 1729 e il 1732 subì un importante restauro. Nella parte alta una cornice in pietra reca le tracce dei cardini sui quali ruotavano le ante delle porte dell’antico Aron ha Kodesh. Anche qui, nel 1799, vi furono violenze dei Viva Maria.
La guida ha portato i turisti virtuali nel piccolo cimitero ebraico della città, ove rimangono lapidi antiche, e poi in una mostra di antiche ketubboth, provenienti da ogni parte del mondo, che tracciano la storia di matrimoni ebraici nell’aretino.

(17 giugno 2021)