Assisi abbraccia i Testimoni
“Siete la nostra luce, il nostro faro”
Il genovese Gilberto Salmoni, 93 anni, ricorda i mesi terribili di Buchenwald: “Un campo di cui si parla poco”. La fiumana Tatiana Bucci, che di anni ne ha 83, dedica un pensiero al cuginetto Sergio De Simone, che fu con lei e sua sorella Andra ad Auschwitz e venne poi ucciso nei sotterranei della scuola amburghese di Bullenhuser Damm. Gilberto e Tatiana: tra le loro mani, a nome di tutti i Testimoni della Shoah, la cittadinanza onoraria per la pace conferita dal Comune di Assisi agli ultimi sopravvissuti in vita come riconoscimento per il contributo offerto “per coltivare la fraternità, per costruire un futuro fatto di collaborazione e difesa dei più deboli, per crescere nel bene reciproco, per dissodare il terreno su cui cresce l’odio, seminandovi pace, per rendere il nostro Paese un luogo migliore”. Una iniziativa unica nel suo genere, adottata all’unanimità dal Consiglio comunale e che è stata la premessa a un evento carico di emozioni e significato, organizzato dall’amministrazione cittadina insieme al Museo della Memoria della diocesi locale e all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
“Questa giornata è il frutto della visione di una città speciale”, ha esordito la sindaca di Assisi Stefania Proietti. “Una città messaggio che vuol cancellare l’odio dal mondo”. Determinante in questo senso l’impegno dei Testimoni: “Ci donate la forza di avere coraggio. Siete un esempio, un faro. Per Assisi e per il mondo intero”.
Il vescovo Domenico Sorrentino torna ai tempi della guerra, ricordando il rispetto che vi fu nei confronti dell’identità religiosa di tutti gli ebrei nascosti. Senza alcun tentativo, in quella vasta azione di soccorso che portò alla messa in sicurezza di centinaia di persone, di “violenza della libertà”. Un vero abbraccio. “L’abbraccio – ha detto – di quando si è fratelli”.
A tutti i Testimoni, sia quelli presenti, sia quelli collegati a distanza, è andato anche “l’abbraccio immenso” della presidente UCEI Noemi Di Segni. “Siete un esempio – le sue parole – su cosa vuol dire fare Memoria, su come si deve ricordare”. Un impegno quanto mai attuale: “L’antisemitismo si ripresenta oggi in forme nuove, in modi subdoli. Quello di Assisi è un gesto importante. La Memoria è un atto di responsabilità collettiva”.
Donatella Tesei, governatrice della Regione Umbria, parla di “occasione importante, che deve aiutarci a mantenere sempre viva la Memoria”. E questo perché, osserva, c’è un gran bisogno “di esempi che ci portino verso la convivenza pacifica: un valore cui non possiamo rinunciare”.
Fare Memoria – ha poi sottolineato Andrea Riccardi, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio – non è solo ricordare delle storie, “ma proiettarsi in avanti in modo rinnovato”. Contro l’odio che ritorna sono infatti necessari sia “fratellanza” che vigilanza”.
A portare il saluto dell’ambasciata israeliana il Consigliere Ariel Berkovich: “Oggi sono qui per dire grazie alla città di Assisi, che è stata una luce in anni bui”. Annette Walter, capo ufficio culturale dell’ambasciata tedesca, rileva: “Bisogna far nostro quell’orrore. Come se fosse successo a noi, ai nostri genitori e figli. Possiamo farlo attraverso i Testimoni. Dobbiamo ascoltare il loro monito”.
Marina Rosati, giornalista e anima del Museo della Memoria, legge i messaggi inviati dai Testimoni che non hanno potuto essere presenti: Goti Bauer, Edith Bruck, Virginia e Lea Gattegno, Sami Modiano, Liliana Segre, Diamantina Vivante. Andra Bucci, la sorella di Tati, è collegata dagli Usa. In sala la commozione è palpabile.
“Ho sempre pensato che se fosse rimasto anche solo un seme di quanto raccontato a migliaia di giovani ne sarebbe valsa la pena”, scrive Bauer. Bruck pensa al marito Nelo Risi: “Se fosse ancora con me sarebbe orgoglioso di sapermi cittadina di una città che forse mi avrebbe salvato la vita”. Donatella Cipolato, a nome delle sorelle Gattegno, esprime un auspicio: “Ci auguriamo che questo riconoscimento dia un ulteriore contributo per rafforzare lo scudo contro l’antisemitismo e ogni forma ed espressione di razzismo ed esclusione”. Modiano fa sapere alla sindaca Proietti: “Sono convinto, credo fermamente, che fino a che ci saranno iniziative come le sue, il nostro sacrificio non sarà stato inutile”. Da oggi – il messaggio di Segre, con un pensiero alla vocazione e storia tutta particolare del Comune umbro – “Assisi sarà ancora di più la città di noi tutti”. Alessandro Salonichio, a nome della madre Diamantina, ricorda come nonostante il dolore non abbia mai smesso “di raccontare al prossimo”. Un impegno incessante, il suo come quello di tutti i Testimoni, contro “ogni revisionismo storico”.
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(Nelle immagini, dall’alto in basso: l’intervento di Gilberto Salmoni e Tatiana Bucci; la presidente UCEI Noemi Di Segni con la sindaca Stefania Proietti; un momento della cerimonia)
(18 giugno 2021)