Livorno ebraica, terzo mandato
per Vittorio Mosseri
“Premiato il lavoro di questi anni”
Terzo mandato alla guida degli ebrei livornesi per Vittorio Mosseri, 67 anni, dirigente di una multinazionale in ambito sanitario e presidente della Comunità di Livorno dal giugno del 2012. La nomina è stata ratificata dal nuovo Consiglio comunitario, eletto in occasione del voto dello scorso 6 giugno e riunitosi ieri sera per la prima volta. Oltre a quella del presidente sono state assegnate le altre cariche e mansioni: il vicepresidente sarà Gianfranco Giachetti, con delega al Patrimonio; di Cultura si occuperà l’assessore Guido Servi. Ugo Cremisi avrà responsabilità sul Bilancio, Gadi Polacco sul Sociale.
La terza chiamata alla presidenza costituisce, per Mosseri, “una conferma del lavoro svolto finora, sia sul fronte interno che nel rapporto con la città”. Mosseri, che è anche Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, cita a titolo di esempio l’azione di risanamento svolta sul Bilancio ma anche la scelta del nuovo rabbino capo nella figura di rav Avraham Dayan, subentrato nel 2019 a rav Yair Didi. “Una scelta azzeccata – sottolinea – visto l’impulso che ha dato al Talmud Torah e alle attività per i più giovani”. Uno degli obiettivi del nuovo mandato si rivolge proprio a loro: riattivare, per un paio di giorni alla settimana, un asilo ebraico. “I numeri sono piccoli, ma il significato di questa iniziativa sarebbe enorme”, dice Mosseri. Già quest’estate ci saranno nuove opportunità di aggregazione. Ad esempio attraverso un centro estivo in funzione tutto luglio e agosto.
“La nostra è una Comunità tra le meno giovani d’Italia. Ma non possiamo sottrarci dal compito di tenere accesa una fiammella. Di provare a dare vita, continuità, prospettiva. Una sfida decisiva per il futuro”, spiega Mosseri. Un futuro che avrà, anche nel sociale, uno dei campi d’azione privilegiati: “Siamo piccoli, ma decisamente attivi. Andremo avanti su questa strada, cercando di offrire il miglior servizio possibile”.
Una Comunità protagonista anche a livello cittadino. “È nota l’unicità storica di Livorno, la città senza Ghetto. Ma è un discorso che va molto oltre. Le barriere qui non sono mai esiste. Un respiro, un’anima ebraica, la si percepisce un po’ ovunque. Magari oggi le giovani generazioni sono un po’ distratte. Forse hanno perso un po’ di consapevolezza rispetto a quelle del passato. Ma è un qualcosa di davvero speciale, che si può sentire nell’aria di Livorno”. Ottimo in questo senso il rapporto con le istituzioni: “La nostra voce è ascoltata con attenzione, ci sentiamo coinvolti e partecipi. È molto importante che continui ad essere così. Per il bene della Comunità e di Livorno”.
(18 giugno 2021)