Il giorno della vergogna
Il 10 giugno 1940, l’Italia di Mussolini entrava in guerra a fianco della Germania di Hitler. Cominciava, in Italia, l’internamento degli ebrei stranieri, quei rifugiati tedeschi e austriaci che erano rimasti per la maggior parte nel paese nonostante l’espulsione decretata dalle leggi razziste del 1938, non per un occhio di riguardo del regime ma perché nessuna altra nazione voleva accettarli. Il 20 giugno le divisioni italiane attaccavano la Francia, già quasi sconfitta dai nazisti. Fu un atto vergognoso, che impressionò molto in Italia gli oppositori antifascisti, che suscitò in loro disprezzo. Perfino gli antifascisti detenuti nelle carceri, lo raccontarono poi nei loro scritti, vissero questo attacco ad un Paese sconfitto come un’onta ineguagliabile e ricordarono quel giorno come il giorno della vergogna. Nonostante la disparità delle forze, la battaglia militare fu un fallimento per gli italiani, anche se il regime lo presentò con parole roboanti come una grande vittoria. Cominciava così quella guerra vergognosa a fianco di Hitler da cui l’Italia si riscattò, ma solo in parte, con la Resistenza e che ha fatto dimenticare al nostro Paese tante, troppe, atrocità commesse in quegli anni bui dagli italiani.
Anna Foa, storica