“Testi palestinesi istigano all’odioL’Ue si impegni a farli modificare”
Dopo averne ritardato la diffusione, l’Unione Europea ha recentemente pubblicato il rapporto, da lei stessa commissionato, che analizza il contenuto dei libri di testo palestinesi. Un’indagine che conferma quanto denunciato da tempo da Israele, ovvero che in questi libri sono presenti contenuti antisemiti, di incitamento alla violenza e delegittimazione dello Stato ebraico. Un rapporto completato a febbraio dall’indipendente Georg Eckert Institute, ma a lungo rimasto chiuso un cassetto, come rivelato dal quotidiano tedesco Bild.
Ai primi di giugno infatti il giornale ha svelato per primo i risultati dell’indagine che prendeva in considerazione 172 testi approvati dal ministero dell’Istruzione dell’Autorità nazionale palestinese. E ha chiesto conto a Bruxelles della decisione di ritardarne la pubblicazione ufficiale. Una richiesta a cui è seguito un intervento ufficiale d’Israele.
“I risultati della ricerca provano che l’UE, anche in questo momento, continua a investire milioni nel finanziamento del sistema educativo dell’Autorità Palestinese per promuovere presumibilmente la pace e la democrazia. – la denuncia del ministero degli Esteri israeliano – Questo finanziamento viene fatto senza alcun controllo dei contenuti che appaiono nei libri di testo, e senza esigere che l’Autorità Palestinese smetta immediatamente di indottrinare i suoi bambini a odiare e uccidere”.
Dal ministero degli Esteri d’Israele era arrivata dunque la richiesta a Bruxelles di agire in modo concreto per esigere dall’Autorità palestinese una modifica dei suoi libri di testo messi in mano ai propri studenti.
Un appello raccolto in queste ore da Olivér Várhelyi, commissario europeo per l’allargamento e la politica di vicinato della commissione von der Leyen. Várhelyi, diplomatico ungherese, ha sottolineato la necessità di un “impegno fermo a combattere l’antisemitismo e ad impegnarsi con l’Autorità palestinese e l’Unrwa (l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi) per promuovere un’istruzione di qualità per i bambini palestinesi e garantire la piena aderenza agli standard Unesco di pace, tolleranza, coesistenza e non violenza nei libri di testo palestinesi”.
La maggior parte di questi volumi hanno mappe che cancellano lo Stato d’Israele, ritraggono la terra tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo come Palestina, non fanno riferimento alle città fondate esclusivamente da immigrati ebrei – persino Tel Aviv non è riportata sulle mappe – e si riferiscono a Israele con il termine “occupante sionista”.
Come segnala il Jerusalem Post, inoltre, nei libri di storia, di studi sociali e persino in quelli scientifici si trovano elogi dei terroristi che hanno aggredito israeliani. “Uno – segnala il quotidiano – cita una scuola intitolata allo ‘shahid’ (martire) Abu Jihad, un leader della Prima Intifada. Una dimostrazione della seconda legge di Newton (la forza è uguale alla massa per l’accelerazione) è illustrata dai palestinesi che usano fionde contro i soldati israeliani”.