Spuntino – Conta che ti passa

Balàk vuole distruggere il popolo di Israele e chiede a Bil’am di maledirlo. Bil’am è incapace di farlo e si giustifica dicendo (Num. 23:9): “hen ‘am levadad yishkon u-va-goyim lo yitchashav” (è un popolo che si apparta e non si conta con gli altri). Otto secoli dopo l’empio Hamman, con lo stesso intento infame, dice al re Assuero (Est. 3:8): “yeshnò ‘am echad mefuzar u-meforad” (c’è un popolo sparpagliato e separato). Secondo l’Halakhà (Sh.’A., Ch.M., 259-271) chi trova dei soldi sparsi può impossessarsene a patto che non rechino una traccia riconoscibile, nel qual caso bisogna fare un annuncio e cercare di restituirli al legittimo proprietario. Analogamente, gli ebrei si salvano in virtù dei loro segni distintivi (tzitzit, brit milà, mezuzà, tfillin, kasherut, shabbat, ecc.). In proposito è interessante ricordare anche le norme alimentari di una mescolanza di cose permesse e proibite. Se una goccia di latte cade per sbaglio in un pentolone contenente una pietanza a base di carne, a posteriori la si può comunque mangiare se l’aggiunta è pari o inferiore a un sessantesimo del contenuto originale (TB Chulin 97b). Quindi in questo caso il latte si annulla (“batèl be-shishìm”). Forse conscio dell’Halakhà, Balak sarebbe anche disposto a “diluire” (assimilare?) gli ebrei tra le nazioni fino a un sessantesimo per colpirli ed annullarli. La possibilità di annullamento per diluizione varrebbe, ad esempio, nella kasherut (come detto, a posteriori), ma una delle sue eccezioni è il “davar she-ba-miniyan” (una cosa che si conta) (TB Beitza 3a) come ad esempio le uova, che si vendono al pezzo e non a peso o a volume. Le eccezioni discrete (nel senso di non continue) non si annullano neanche quando rappresentano la milionesima parte. Per questo Balak è impotente: gli ebrei rientrano nella categoria “davar she-ba-miniyan.” D’altronde lo si intuisce anche dalle preghiere che si svolgono col “miniyan” cioè con un minimo di dieci presenti.

Raphael Barki