L’Europa contro Orban:
lo scontro si accende
Tutta l’Europa (o quasi) contro l’Ungheria di Orban. Il tema è il rispetto dei diritti umani, messo in discussione da alcune norme omofobe varate da Budapest. Argomento che è stato al centro di un infuocato vertice dei capi di Stato e dei governi, apertosi con l’attacco “alzo zero”, così lo definisce Repubblica, del presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Una schermaglia non solo dialettica. Sul tavolo c’è infatti anche una procedura d’infrazione “con tanto di sanzione economica o addirittura, come vorrebbe l’Europarlamento, la sospensione dei finanziamenti del Recovery Fund”. Si tratterebbe, ricorda La Stampa, “dell’ennesimo procedimento aperto contro l’Ungheria di Orban, che in questi anni si è scontrata con Bruxelles su diversi dossier: dal trattamento riservato ai richiedenti asilo alla guerra contro le università, fino alla sfida ai media e ai giudici”.
Un “tribuno senza freni”: è il ritratto che il Corriere fa del leader ungherese. Nell’articolo si ricorda come il Paese, sotto la sua guida, abbia registrato un impennata significativa di antisemitismo. Anche nel segno dei velenosi e costanti attacchi alla figura di George Soros.
Di omofobia si discute anche in Italia, con riferimento in particolare al disegno di legge Zan. Questione che, come noto, ha acceso un dibattito su laicità dello Stato e limiti del Concordato siglato con la Chiesa cattolica. Secondo il Corriere, che all’argomento dedica varie pagine, “la Santa Sede si prepara a una trattativa, lunga e difficile”. In una intervista con l’Osservatore Romano, che della Santa Sede è l’organo di informazione, il segretario di Stato Pietro Parolin sostiene che, nell’invio del documento contestato, non vi fosse un tentativo “di bloccare la legge”. Afferma ancora: “Siamo contro qualsiasi atteggiamento o gesto di intolleranza o di odio”. La preoccupazione della Chiesa, prosegue Parolin, “riguarda i problemi interpretativi che potrebbero derivare nel caso fosse adottato un testo con contenuti vaghi e incerti”.
Altro tema che tiene banco, in Italia, è la questione se gli Azzurri debbano inginocchiarsi o meno contro il razzismo prima del match con l’Austria. Si va verso il “tutti in piedi”. Una decisione che la Gazzetta dello Sport definisce “difficilmente comprensibile e che non potrebbe essere giustificata dal comportamento degli avversari o dalla semplice necessità di un’uniformità”. La domanda che ci si pone è la seguente: “Chi ha rivendicato la libertà di espressione e il rispetto della propria sensibilità restando in piedi come può negarla a chi si è inginocchiato?”.
Preoccupa, in Israele, l’aumento dei contagi con variante Delta. Una prova per il neo premier Naftali Bennett, che proprio al Covid aveva dedicato, nei mesi scorsi, un breve libro con indicazioni sulla “via per superare la crisi” e condurre il Paese “verso la prosperità economica”. Ora, scrive Il Foglio, “ha la sua occasione per dimostrare di avere le capacità, e soprattutto le idee chiare, per gestire l’emergenza”.
La Stampa riferisce di una importante scoperta: i resti di un nuovo ominide, anello tra Sapiens e Neanderthal. A portare alla luce lo scheletro gli antropologi dell’Università di Tel Aviv e gli archeologi dell’Università Ebraica di Gerusalemme.
Drammatico bilancio per il crollo di un palazzo di dodici piani a Miami: i dispersi, tra cui venti cittadini israeliani, sono circa un centinaio. “Siamo pronti a mobilitare le risorse federali”, l’annuncio del presidente Usa Joe Biden. Mobilitato anche il mondo ebraico.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(25 giugno 2021)