“Tragedia del Mottarone ci ha segnati,
doveroso ringraziare i soccorritori”

Dai vigili del fuoco alla protezione civile, dalla Croce Rossa a carabinieri e alpini, dai medici ai sindaci. A tutti coloro che hanno prestato il loro aiuto e soccorso nella tragedia della funivia del Mottarone la Comunità ebraica di Milano, in collaborazione con quelle di Torino e di Vercelli, ha voluto dire grazie. Lo ha fatto organizzando una cerimonia nella sinagoga centrale di via Guastalla. Un’occasione per rendere omaggio a chi ha lavorato senza sosta durante l’incidente. E ha salvato la vita del piccolo Eitan Biran, il bimbo di cinque anni unico sopravvissuto alla strage.
“Grazie a tutti voi per ciò che avete fatto per Eitan” le parole del nonno materno Shmulik Peleg. Parole pronunciate in inglese con un grazie finale scandito in italiano e diretto alle donne e uomini in divisa davanti a lui. A loro si è rivolto anche il presidente della Comunità ebraica di Milano Milo Hasbani, sottolineando allo stesso tempo che la cerimonia voleva essere anche un momento “per ricordare insieme tutte le quattordici vittime dell’incidente”. Per questo, prima di un momento di preghiera, sono stati scanditi i loro nomi in sinagoga: Tal Peleg Biran, Amit Biran Tom Biran, Barbara Konisky Cohen, Itshak Cohen, Mohammadreza Shahaisavandi, Serena Cosentino, Silvia Malnati, Alessandro Merlo, Vittorio Zorloni, Elisabetta Personini, Mattia Zorloni, Angelo Vito Gasparro, Roberta Pistolato Gasparro.
“Siamo qui per ringraziare tutte le autorità, tutti coloro che hanno dato una mano in questo tragico incidente, che ha segnato profondamente la nostra comunità – ha dichiarato Hasbani in apertura di cerimonia – Ma siamo anche qui per esprimere pubblicamente le nostre condoglianze alle famiglie di tutte e quattordici le vittime della strage”. Hasbani, molto emozionato, ha poi ricordato il legame della Comunità milanese con Amit e Tal, la coppia di israeliani che ha perso la vita sul Mottarone assieme al figlio Tom e ai nonni. Ha richiamato la grande mobilitazione per il piccolo Eitan all’interno e all’esterno del mondo ebraico. “Sta meglio. Stiamo facendo di tutto per aiutare lui e la sua famiglia, seguendo ogni passo con grande discrezione”. Quante persone e istituzioni si siano adoperate per Eitan lo ha ricordato la zia del bambino, Aya. In una sua lunga lettera, letta dal marito in sinagoga, ha infatti citato tutti coloro che in queste settimane hanno fornito a vario titolo il proprio aiuto.
“Come vigili del fuoco avremmo voluto salvarli tutti, ma non è stato possibile. E questo porta con sé un senso di sconfitta. – le parole del comandante dei vigili del fuoco di Verbania Roberto Marchioni, intervenuto in Guastalla – C’è però Eitan: lui rappresenta l’esempio di una vita che ci permette di superare questi terribili fatti”. Fatti che hanno delle responsabilità umane, ha aggiunto Marchioni, che dovranno essere accertate dalla magistratura. “Quanto accaduto non è stata una calamità naturale. È qualcosa che non può e non deve succedere. È il fallimento dell’ingegno umano”.
Per esprimere il dolore per questa tragedia non ci sono parole, la riflessione del rabbino capo di Milano rav Alfonso Arbib. “Credo che davanti a questi fatti dovremmo esercitare il silenzio. – ha affermato rav Arbib – Una cosa però mi sento di dirla. Ed è un doveroso grazie a chi ha salvato Eitan. Uno spiraglio di luce nel buio profondo di questa vicenda. Una luce di cui tutti noi abbiano bisogno”. “Il Talmud dice chi salva una vita salva il mondo intero. – la testimonianza di Cristiano L’Altrella, tra i primi soccorritori ad arrivare sul luogo dell’incidente – E quei 21 grammi che Eitan mi ha risparmiato sul cuore mi consentiranno domani di provare ancora a salvare il mondo”.
Chi non ha voluto mancare a questa significativa cerimonia è stato il colonnello dell’Arma di Verbania Alberto Cicognani. “Mi ha chiamato per dirmi che, purtroppo, non sarebbe potuto venire perché doveva accompagnare la famiglia in vacanza. – il racconto di Hasbani – Ma dopo neanche dieci minuti mi ha ritelefonato per dirmi che avrebbe trovato il modo per rientrare in tempo per la cerimonia”.
A concludere l’intensa mattinata, una presentazione della storia della Comunità ebraica di Milano e della sinagoga da parte di Daniela Di Veroli.

Daniel Reichel